Impianti multiservizio: con la consultazione pubblica di Infratel siamo ad una svolta
La nostra intervista a Luca Baldin, Direttore di Smart Building Italia e membro del Board di Smart Building Alliance
Caro Direttore, pochi giorni fa sulla nostra newsletter hai scritto un pezzo sulla consultazione pubblica indetta da Infratel per i nuovi voucher a sostegno della domanda di banda ultra larga e hai citato la novità di un interrogativo specifico sugli impianti verticali e impianti multiservizio. Siamo arrivati al dunque?
Certamente è avvenuto qualche cosa di inedito, ovvero il Ministero dello Sviluppo Economico attraverso Infratel ha sdoganato ufficialmente la tesi che per accelerare l’adozione della banda ultra larga da parte degli italiani sia necessario accelerare l’infrastrutturazione del Paese in modalità FTTH (Fiber to the home) e che per fare questo il coinvolgimento di attori come i Condomini e i loro tecnici sia una strada che si può (io aggiungo “si deve”) perseguire. Cosa che diciamo da almeno sette anni.
La resistenza degli operatori è stata superata quindi?
Lo vedremo dall’esito della consultazione, certamente ci sono meno resistenze che nel passato, dal momento che Agcom ha delineato con chiarezza le modalità di utilizzo degli impianti di proprietà privata da parte degli operatori, con la cessione in IRU delle fibre necessarie alla connettività. Anche i principali operatori wholesale, che sono i più interessati ad utilizzare gli impianti verticali dei condomini per completare le loro reti, sembrano condividere l’idea che trovarli già fatti e doverli solo utilizzare sia molto più semplice ed economico che doverli realizzare.
Il voucher di cui si parla potrebbe costituire la leva per convincere i Condomini a dotarsi di impianti più performanti?
Dipenderà molto dall’entità del voucher, che infatti è uno dei quesiti dell’indagine pubblica di Infratel, ma aggiungo che dovremmo vedere la cosa in una logica di sistema…
In che senso?
Nel senso che oggi, più che mai, abbiamo bisogno di aggiornare rapidamente le infrastrutture impiantistiche degli edifici italiani per renderli idonei ad accogliere sia i nuovi servizi digitali ma anche per poterli trasformare in “prosumer” energetici per affrancarci dai combustibili fossili. Le due questioni vanno viste assieme. Se si fa così, si può capire che il Condominio diventa la chiave di volta, perché può coordinare gli interventi dal punto di vista sia elettrico che elettronico, creando straordinarie sinergie che gli operatori non possono realizzare. Quindi bisognerà mettere sul piatto i voucher BUL, i contributi deliberati da Arera per il rifacimento delle colonne montanti elettriche e, infine, il contributo che gli operatori dovranno erogare ai Condomini per l’utilizzo in IRU dell’infrastruttura. Vista così, l’operazione appare molto più semplice e realizzabile.
Il Ministro per l’Innovazione tecnologica Colao, e non solo lui, lamenta la mancanza di tecnici per realizzare la rete in fibra ottica del Paese.
Se deleghiamo i verticali ai Condomini possiamo mettere in campo immediatamente decine di migliaia di tecnici qualificati pronti a dare il loro contributo. Non dico che il problema si risolva (il problema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro è una cosa molto seria), ma certamente si va nella direzione giusta per risolverlo.
Tutto chiaro, mi sorge un’ultima domanda: come si è arrivati a questo punto di svolta e perché ti sei così impegnato in questa operazione.
Una bella domanda: ci siamo arrivati attraverso una tessitura paziente, infiniti viaggi a Roma per spiegare a tutti i livelli la necessità di riconoscere gli impianti multiservizi in fibra ottica come tecnologia standard per le TLC di tutti gli edifici italiani e non soltanto di quelli nuovi e ristrutturati. Abbiamo incontrato Ministeri ed operatori spendendo molte parole e spiegando con grande pazienza qualche cosa che a noi appariva chiara, ma che a molti altri non lo era. Diciamo che, passo dopo passo, abbiamo allineato molti sulle nostre posizioni e a tale riguardo devo ringraziare chi mi ha aiutato in quest’opera.
Per esempio?
Per esempio l’On. Vincenza Bruno Bossio, Segretario della IX Commissione della Camera dei Deputati, che ha sposato la nostra tesi con entusiasmo e se ne è fatta paladina con i suoi colleghi, ma anche gli amici di Smart Buildings Alliance con i quali abbiamo immediatamente condiviso le posizioni.
Non hai risposto alla domanda del perché di questo tuo impegno.
La ragione in realtà è molto semplice: è l’unico modo che conosco di interpretare il mio ruolo di attore della filiera. Smart Building Italia è un editore ma soprattutto è un organizzatore di grandi eventi. Essere fiera oggi non significa vendere metri quadrati, ma essere i più naturali interpreti di un settore economico. Io ascolto tutti, cerco di capire le esigenze del nostro mercato e me ne faccio carico, attivando una rete di relazioni straordinaria, qual è quella di Smart Building Italia, e diventando così un facilitatore. In questo modo do un senso al nostro essere fiera per 360 giorni all’anno, e credo che tutti i miei colleghi lo sappiano e lo apprezzino.