Dagli investimenti nelle costruzioni circa un terzo della crescita del PIL
Dalla relazione annuale di Bankitalia emerge il valore aggiunto generato dal settore costruzioni nel biennio 2022-2023
Che il comparto delle costruzioni rappresenti uno dei settori cardine dell’economia italiana è un concetto ripetuto talmente spesso che rischia di diventare una frase fatta, senza che chi la pronunci abbia la reale consapevolezza del concetto che esprime. Per questo è sicuramente illuminante la recente relazione annuale della Banca d’Italia che non soltanto illustra l’andamento del Prodotto Interno Lordo nazionale (PIL) ma lo scompone in tutte le sue molteplici componenti, compreso, appunto, l’apporto fornito dalle costruzioni.
Una grande oscillazione del PIL
Cominciamo dal dato più generale, quello relativo all’andamento complessivo del PIL italiano che l’anno scorso è cresciuto in modo molto contenuto segnando un +0,9%. Niente a che vedere con il maxi progresso registrato nell’anno precedente quando il PIL era aumentato addirittura del 4%. Ma c’è una spiegazione abbastanza ovvia al verificarsi di questa forbice così vistosa: il 2022 è stato l’anno del grande rimbalzo, anche economico, dopo i disastri mondiali provocati dal dilagare della pandemia.
Ma se l’ultimo biennio è stato caratterizzato da questa oscillazione assolutamente anomala del PIL, altrettanto non può dirsi per l’incidenza del comparto delle costruzioni, come sottolineato anche in un recente approfondimento del CRESME. Infatti, l’apporto percentuale di quest’ultimo all’incremento annuale del Prodotto Interno Lordo è stato praticamente costante, a riprova che siamo di fronte ad un settore maturo e consolidato dell’economia nazionale, capace di “non scomporsi” anche di fronte ad un evento eccezionale come il COVID.
L’apporto degli investimenti in costruzioni
Nel dettaglio i numeri dicono che l’anno scorso il contributo degli investimenti in costruzioni alla crescita è stato di 0,3 punti percentuali sui riferiti 0,9 punti totali di variazione positiva del PIL, quindi esattamente un terzo del progresso annuale. Se invece si guarda all’incidenza del comparto nel 2022, il contributo degli investimenti in costruzioni alla crescita è stato di 1,2 punti percentuali sui 4 totali di variazione positiva del PIL. In questo caso si tratta dello 0,30% del progresso annuale complessivo quindi, come anticipato, con una variazione percentuale minima rispetto al 2023.
L’elevata incidenza degli investimenti in costruzioni sull’andamento del PIL si deve, ed è bene ricordarlo, al fatto che stiamo parlando di uno dei settori che storicamente più incidono sulla determinazione del PIL stesso. Basti pensare che nel 2023 il peso percentuale del comparto costruzioni sul Prodotto Interno Lordo italiano è stato dell’11,4%. La relazione di Bankitalia sottolinea come l’anno scorso, nonostante l’evidente rallentamento della crescita del PIL, il valore aggiunto ha continuato invece a espandersi nel comparto delle costruzioni, oltre che nei servizi immobiliari e di consulenza tecnico-professionale. “Questi settori – si legge – hanno maggiormente beneficiato delle misure di spesa del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e degli incentivi per la riqualificazione e il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici”.