5G: a Bari accesa la prima antenna, cinque per l’asta delle frequenze
Il 5G in Italia ha vissuto negli ultimi giorni una forte accelerazione. Il 9 settembre a Bari, la città di Smart Building Levante, è stata accesa la prima antenna del progetto Bari Matera 5G – che fisicamente si trova presso il Politecnico – in modalità standard, avviando in tal senso la seconda fase della sperimentazione promossa dal ministero dello Sviluppo economico in capo al consorzio tra TIM, Fastweb e Huawei.
Modalità standard significa che l’antenna è conforme alle specifiche fissate dall’Ente di Standardizzazione mondiale 3GPP per il rilascio della versione Non-Standalone New Radio dell’architettura 5G. Alla presenza del ministro Di Maio sono stati illustrati inoltre i recenti sviluppi del 5G realizzati a Bari e Matera attraverso alcune dimostrazioni “dal vivo” per l’applicazione della nuova tecnologia alla smart city, pubblica sicurezza e virtual reality, senza tralasciare il fatto che grazie al 5G il porto di Bari diventerà uno dei primi scali 4.0.
Intanto, ieri, 10 settembre, sono state aperte le buste delle offerte iniziali per l’asta per le frequenze del 5G da cui lo Stato si attendeva di ricavare 2,5 miliardi di euro, stando a quanto scritto nella legge di bilancio 2018. Cinque gli operatori ammessi ai successivi rilanci, sono TIM, Vodafone, Wind-Tre, Fastweb e Iliad (in realtà il low cost francese ha goduto di una “corsia preferenziale” aperta dall’Agcom in quanto ultimo arrivato nel mercato italiano e quindi giudicato il soggetto più debole). La fetta di banda più ambita è quella dei 700 Mhz – quella lasciata libera dalle televisioni e per cui si rende necessario un nuovo switch off – mentre nessuno si è fatto avanti per il blocco 3.600-3.800 Mhz.
Gara #5G: presentate le offerte iniziali da parte degli operatori. Alle ore 11.00 di giovedì 13 settembre 2018 partirà, sempre in seduta pubblica, la fase dei miglioramenti competitivi. Di seguito il testo del #ComunicatoStampa https://t.co/nWa9gY7uhC pic.twitter.com/kxhNcudl1s
— MISE (@MISE_GOV) 10 settembre 2018
All’apertura delle buste c’è stata anche una sorpresa: né Linkem né Open Fiber hanno presentato l’offerta e quindi le due società non sono state ammesse all’asta. La somma delle offerte, 676 milioni Iliad e 1,8 miliardi gli altri quattro operatori – si è avvicinata all’incasso preventivato dallo Stato: 2,481 miliardi di euro.
Oggi nel sito de Il Sole 24 Ore un articolo spiega quali saranno le ricadute future del 5G nella nostra società.