Il semaforo dell’Agcom fa chiarezza sulla fibra
Annunciato con grande anticipo (eravamo alla fine di febbraio) è arrivato il cosiddetto semaforo dell’Agcom, il sistema per comunicare le caratteristiche delle diverse tipologie di infrastruttura utilizzate per l’erogazione dei servizi di connettività. Ovvero, come recita il comunicato dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni: «gli operatori che forniscono i servizi tramite connessione fissa dovranno garantire, sia nei messaggi pubblicitari sia nelle comunicazioni commerciali e contrattuali, piena trasparenza nella presentazione delle infrastrutture fisiche sulle quali sono forniti i servizi. In particolare, potranno usare il termine “fibra” (e affiancarvi aggettivi superlativi o accrescitivi), senza ulteriori precisazioni tecniche, solo se l’infrastruttura sottostante sia costituita esclusivamente da una rete di accesso in fibra, almeno nei collegamenti orizzontali fino all’edificio (FTTB) o fino all’unità immobiliare dell’utente (FTTH)».
Il provvedimento, salutato dal sito wired.it con un sarcastico “stop alla fregature”, fa riferimento al decreto legge n. 148 del 16 ottobre 2017 e specifica che qualora la fibra arrivi solo fino all’armadio di strada (FTTC) o alla stazione radio base (FWA, Fixed Wireless Access), «gli operatori non potranno usare la denominazione “fibra” se non affiancata alla dicitura “su rete mista rame” o “su rete mista radio”». L’Agcom pone, invece, il divieto di usare il termine “fibra” quando questa non abilita il servizio a banda ultralarga o comunque l’infrastruttura sottostante non ne preveda l’utilizzo.
E veniamo al semaforo. L’Agcom ha stabilito che «con il colore verde e la denominazione “F” sottotitolata “fibra” si dovranno indicare le infrastrutture con la fibra fino all’unità immobiliare o all’edificio; con il giallo e la denominazione “FR”, sottotitolata “fibra mista rame” o “fibra mista radio”, le altre architetture con fibra solo fino a nodi intermedi abilitanti connessioni a banda ultralarga; col rosso e le diciture “R”, sottotitolata “rame” o “radio”, per tutte le altre architetture che non prevedono fibra nella rete d’accesso e/o che comunque non abilitano l’utilizzo di servizi a banda ultralarga».
Questo sistema di comunicazione a colori e sigle dovrà apparire nei messaggi pubblicitari e nelle comunicazioni commerciali per dare all’utente la possibilità di distinguere con immediatezza la tecnologia di connessione cui può accedere. Insomma, non tutto è fibra quello che luccica. Basta lustrini!
Si parte con la fase sperimentale che dura fino al 31 dicembre prossimo.