Convegno ANFoV e ANCI sulla banda ultralarga
Dal 23 al 25 ottobre prossimi alla Fiera di Rimini si terrà la 35esima Assemblea Annuale ANCI, Associazione Nazionale Comuni. Questa Assemblea è l’appuntamento attraverso cui gli amministratori degli 8000 Comuni italiani discutono delle priorità dell’amministrazione dei propri territori. Occasione che fornisce direttrici di sviluppo sociale, economico ed ambientale che permettano la costruzione di una strategia di sviluppo. Tra la nutrita partecipazione di istituzioni ed aziende alla kermesse riminese, vi è anche ANFoV, associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione che si occupa dei temi che interessano gli attori delle tlc: operatori di rete, internet service provider, costruttori, installatori, fornitori di servizi e di contenuti, system integrator, multiutilities. Con lo sviluppo della banda ultra larga, ANFoV indirizza il suo impegno sul tema “Innovazione e Territorio” al fine di contribuire alla modernizzazione del Paese, favorendo l’incontro tra Pubblica Amministrazione e gli attori che svolgono un ruolo importante nel processo di digitalizzazione e di infrastrutturazione della banda ultralarga.
Nell’occasione, ANFoV organizza con ANCI il convegno “La banda ultralarga per i territori: dall’infrastruttura ai servizi” (giovedì 24, dalle ore 16) che vede la partecipazione di Luca della Bitta, sindaco di Chiavenna, presidente della Provincia di Sondrio e presidente della Commissione Innovazione e Attività produttive ANCI, Umberto de Julio, presidente ANFoV, Maurizio Dècina, presidente Infratel, Elisabetta Ripa, amministratore delegato Open Fiber, Franco Minucci, amministratore delegato Ancitel, Dimitri Tartari, coordinatore tecnico della Commissione Agenda Digitale Conferenza delle Regioni, Michele Pianetta, vicepresidente ANCI Piemonte, Teresa Alvaro, direttore generale AgID (in videoconferenza), Antonella Galdi, vice segretario generale ANCI, Benedetta Squittieri, assessore all’Agenda digitale di Prato e coordinatrice GdL Infrastrutture digitali ANCI.
de Julio: «Sulla banda ultralarga siamo in ritardo, rimbocchiamoci le maniche»
Umberto de Julio, già amministratore delegato di Tim e Italtel e presidente di ANFoV dallo scorso luglio (nella foto), è un autorevole interlocutore a cui rivolgersi su temi cruciali e attuali per la vita dei cittadini e per l’economia del Paese come l’innovazione digitale, la banda ultralarga e l’avvento prossimo venturo del 5G. La nostra intervista.
Presidente de Julio, le dichiarazioni rilasciate dopo la sua nomina fanno intravedere idee chiarissime su una certa arretratezza dell’Italia in tema di tlc, a cominciare dall’assenza delle nostre città fra le prime cinquanta smart city dell’autorevole classifica di EasyPark. Quali sono i primi obbiettivi che si propone per ridurre questo gap?
«Il contesto è quello più ampio delle infrastrutture dove l’Italia marcia da tempo a velocità ridotta e fra mille difficoltà. Per un futuro migliore, ANFoV deve attivarsi per intensificare relazioni virtuose con i vari soggetti in campo e per promuovere ogni occasione utile a una formazione diffusa a tutti i livelli, rivolta sia agli installatori che ai consumatori, gli uni e gli altri destinati a cambiare radicalmente sotto l’effetto di una rivoluzione come il 5G. Per fortuna, i segnali di ripresa non mancano e inducono solo a rimboccarsi le maniche».
A cosa si riferisce?
«A nuovi player in campo, che sono nuovi nei modi e non solo nel nome. A cominciare da Open Fiber, società compartecipata da Enel e da Cdp Equity, controllata da Cassa Depositi e Prestiti. Si tratta di un colosso nato con l’obiettivo principale di portare la banda larga nelle case degli italiani, per cui non si rivolge ai consumatori finali, ma opera wholesale, all’ingrosso, offrendo ai player tutte le aree disponibili sul mercato italiano, comprese quelle dismesse dopo il fallimento di qualche gestore. Anche l’indotto delle torri di telecomunicazione è in piena espansione e credo che concorrerà in modo sensibile a incrementare l’afflusso della banda larga su tutto il territorio».
Tutta linfa utile all’avvento del 5G. Che, a quanto si avverte, cambierà in modo profondo la nostra vita quotidiana…
«Maggiori informazioni a maggiore velocità. L’impatto sarà formidabile, con ricadute dirompenti derivate dallo sviluppo di Internet of Things destinato a moltiplicare le opportunità in tutti i campi. Non mi riferisco solo alla sanità, dove questa tecnologia migliorerà in modo esponenziale precisione diagnostica e qualità terapeutica. Anche la mobilità cambierà radicalmente grazie a supporti alla guida sempre più sviluppati, fino alla totale automazione di macchine che ci trasporteranno ovunque sulla solo base dei nostri comandi, senza uso di braccia e gambe».
Nei prossimi anni l’introduzione del 5G correrà di pari passo con il fatidico switch off, ovvero l’obbligo di possedere televisioni che trasmettono in digitale secondo gli standard DVB-T2, una rivoluzione che riguarderà decine di milioni di abitazioni italiane. A cosa dobbiamo prepararci?
«A una potente accelerazione di processi già in atto: TV e computer saranno una cosa sola, lo streaming diventerà modalità abituale, guardare la TV somiglierà sempre più ad ascoltare la radio perché ci seguirà ovunque».
Ovviamente ci vorranno installatori diversi da quelli a cui siamo abituati.
«È una professione che cambierà totalmente, non solo nelle mansioni, ma anche nelle strutture in cui si organizzerà. Perché, oltre a nuove competenze, servirà capacità di entrare in relazione con una clientela molto più articolata. Aumenterà in modo esponenziale il numero di aziende e uffici che, ecco il punto, cercheranno nel mondo dell’installazione personale qualificato in grado di dotarli di 5G, fibra ottica, televisioni di nuova generazione e quant’altro risulta di prima necessità in contesti urbani sempre più smart».
E chi sarà in grado di soddisfare questi nuovi bisogni?
«Personale non solo più aggiornato, ma anche più organizzato, ovvero in grado di corrispondere a tutti i bisogni espressi da ogni singola domanda. Bisogna dimenticare il cliché dei primi installatori che in un’ora piazzavano l’antenna della Pay TV e sintonizzavano il televisore. Qui dobbiamo prefigurarci interventi di ore, senza escludere di distribuirli in più giornate nei casi. Di conseguenza mi viene facile immaginare non tanto singoli operatori, ma forme cooperativistiche con un operatore che riceve la chiamata e inizia a formulare soluzioni in base ai servizi richiesti, al tipo di abitazione, all’area in cui si trova».
Su quali progetti di formazione è coinvolta in tal senso ANFoV?
«Altamente qualificati, oltre che di sicura utilità per uno Smart Installer dei nostri tempi. Tanto che li stiamo formulando con un partner come Saa, la prestigiosa Scuola di amministrazione aziendale che ha sede a Torino».