Edilizia e infrastrutture per la Puglia smart
La Puglia guarda al futuro. Una regione sempre più ricca grazie a un turismo crescente (i dati parlano di 15 milioni di turisti nel 2017), e sempre più tesa verso l’infrastrutturazione del proprio territorio: un progressivo miglioramento delle proprie strutture, pubbliche e private, volto a rendere ancora più appetibile la Regione come meta turistica e non. C’è una parola chiave però in questo percorso, ed è “sensibilizzazione”: delle istituzioni, dei privati, degli investitori, in modo che siano informati e abbiano l’interesse a intervenire per migliorare il territorio e rendere la Puglia smart. Lo ribadisce il presidente di Confindustria di Lecce, Giancarlo Negro, e lo ribadirà ancora giovedì 27 settembre alle 15, quando aprirà lo Smart Building Roadshow nel capoluogo salentino assieme a Giampiero Rizzo (presidente dell’ANCE di Lecce), Francesco Giuffrè (direttore Anitec-Assinform) e Vittorio Fusco (presidente dell’ANAPI).
«Dobbiamo essere innovativi nella nostra regione – esordisce il presidente di Confindustria – Abbiamo intrapreso un percorso riguardo la sicurezza e la sensibilizzazione degli investitori sull’edilizia della regione, dobbiamo dare una definizione nuova ai concetti di edilizia e di infrastrutturazione».
Quindi, presidente, com’è chiamata ad inserirsi Confindustria in questo progetto?
«Confindustria ha aderito perché il nostro territorio è carente di infrastrutture. Abbiamo bisogno di fare investimenti, soprattutto per quello che riguarda la scuola, che deve essere infrastrutturata ma anche digitalizzata. Dobbiamo progettare una serie di strumenti finanziari che permettano una sostenibilità digitale degli immobili».
Nello specifico, cosa intende per digitalizzazione?
«Una costruzione di servizi, di smart building. Dalla casa alla fabbrica intelligente, una serie di processi di automazione e di intelligenze artificiali che efficientino i vecchi immobili. Come accennavo prima, l’edilizia scolastica è sicuramente uno di quei settori che ha maggiore bisogno di essere infrastrutturato. Non si possono più costruire le scuole seguendo i paradigmi di cinquant’anni fa: devono essere efficientate da un punto di vista energetico, tarate sugli orari di utilizzo. Devono essere costruite in modo che siano all’avanguardia e auto-sostenibili».
Qual è lo scopo che vi prefiggete come Confindustria?
«Dobbiamo proporre una progettualità. La Puglia, e soprattutto il Salento, territorio di mia competenza, è come fossero un’isola lontana: lo sviluppo è difficile e abbiamo la priorità di rendere appetibile ed efficiente il nostro territorio. Dobbiamo sensibilizzare le nostre istituzioni su questo tema: infatti presenteremo un progetto programmatico in cui le infrastrutture sono il tema centrale. Dobbiamo darci da fare, perché la nostra infrastrutturazione è ferma: investimenti pubblici e privati non arrivano, e non solo i nostri edifici scolastici hanno bisogno di essere migliorati, ma anche le infrastrutture turistiche e quelle di mobilità vanno adeguate. Spesso però non c’è una visione d’insieme, un piano comune: non si hanno degli obiettivi e delle priorità che siano condivisi da tutti».
Cosa fare, in tal senso?
«Le priorità devono essere il turismo e il settore agroalimentare, i due grandi motori della nostra economia: bisogna qualificare il primo, renderlo sempre più appetibile, e migliorare la produzione nel secondo, dove meccaniche vecchie devono essere progressivamente affiancate da quelle nuove. Un discorso analogo si può fare per le imprese di manifattura».
Sembra ci sia tantissimo lavoro da fare.
Vero, ma c’è un filo conduttore in tutto questo, tra progetti e infrastrutture smart: non si tratterà soltanto di edifici sostenibili grazie alle nuove applicazioni, saranno anche collegati da una logica integrata. Dalle fabbriche ai collegamenti sul territorio e territoriali, dobbiamo creare una regione che lavori e infrastrutturi tutto in un’unica direzione per una Puglia smart».
In tal senso, il Roadshow è un evento ottimo per sensibilizzare, come diceva lei.
«Il Roadshow è un evento che crea attenzione, stimoli, cultura, e sicuramente può essere efficace, a patto però che non siano solo gli imprenditori ad esserne partecipi, ma anche ingegneri, impiantisti e addetti ai lavori del più vario genere. Bisogna definire obiettivi, prendere gli investitori virtuosi che ci sono stati fino a questo momento, ma rimasti casi isolati, e portarli da esempio a tutti, in modo da iniziare a lavorare tutti insieme al futuro della nostra regione».
Sicuramente le idee non mancano.
«Vero, ma le idee non bastano. Come dicevo, servono pianificazione, progettualità, piani d’azione temporali. Posso garantire però che l’obiettivo di Confindustria va in questa direzione».