Mercato digitale italiano, è alle porte un triennio di crescita
Progressi sì, ma da accelerare. Così può sintetizzarsi il rapporto “Il Digitale in Italia”, presentato da Anitec-Assinform, l’associazione delle imprese dell’ICT aderente a Confindustria in collaborazione con NetConsulting cube nel corso del Convegno “Digitale per Crescere – Innovazione, Crescita, Trasformazione”, realizzato con il supporto di 4.Manager, AlmavivA, DXC Technology, Facebook, NFON Italia e Philip Morris Italia.
In base a questo report, il mercato digitale italiano (informatica, telecomunicazioni, contenuti digitali ed elettronica di consumo) crescerà nel triennio 2019-2021 a un tasso medio annuo del 2,8%, risultante da incrementi del 2,5% a 72.223 milioni di euro nel 2019, del 2,8% a 74.254 milioni nel 2020 e del 3,1% a 76.536 milioni nel 2021. La proiezione segue a un 2018 già chiuso in crescita del 2,5% e già quarto anno consecutivo di ripresa del mercato. Si accentuerà lo scarto fra le dinamiche delle componenti più consolidate e più innovative, con le seconde stimate crescere da qui al 2021 e nell’insieme a tassi 10 volte più elevati. Le stime scontano però la continuità degli investimenti in reti di comunicazione ad alta capacità, dei programmi Impresa 4.0 e dei programmi di ammodernamento della PA (nuovo Piano Triennale); e, pur dando conto di una trasformazione digitale avviata, evidenziano ancora il profilo di un Paese con troppe entità, soprattutto di minori dimensioni e in molti settori, ancora ai margini di un ammodernamento necessario per continuare a creare valore e occupazione. Emerge così anche l’urgenza di provvedimenti per rendere l’innovazione digitale più diffusa e che, al contempo, permettano al settore ICT di rafforzarsi ed esprimere con ancora maggiore efficacia il ruolo strategico che gli compete. È questo il quadro che emerge da “Il Digitale in Italia”.
“Si è innescato un processo virtuoso. La spinta delle componenti più innovative si autoalimenta sulla base di risultati concreti e si trasmette all’intero mercato, a partire dal software ai servizi. In tutti i settori le medie e grandi imprese investono nel digitale, visto non più solo come fattore di efficienza, ma come leva strategica per innovare prodotti, servizi, modelli di business. E i dati presentati oggi lo confermano” ha commentato Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform. E infatti, a parte i servizi di rete, per il quali si attende la spinta del 5G, la progressione attesa per il medio termine è trasversale a tutti i comparti. Tra il 2019 e il 2021, Dispositivi e Sistemi cresceranno a un tasso medio annuo dell’1,9% (da circa 19mila100 milioni nel 2019 a 19mila900 nel 2021); Software e Soluzioni ICT del 6,3% (da circa 7mila600 milioni nel 2019 a 8mila580 nel 2021); Servizi ICT del 6,1% (da circa 12mila280 milioni nel 2019 a 13mila870 nel 2021); Contenuti e Pubblicità Digitale del 7,2% (da circa 11mila90 milioni nel 2019 a 13mila750 nel 2021).
Estraendo dai diversi comparti le componenti più innovative (dette anche Digital Enabler, per le possibilità che offrono) si ha conferma della loro crescente rilevanza. Da qui al 2021, cresceranno a tassi medi annui del 14,2% l’IoT, del 13,9% la Cybersecurity, del 22% il Cloud, del 14,7% l’ambito Big Data, dell’11,6% le Piattaforme per la gestione Web, del 9,1% il Mobile business, dell’11,8% i prodotti e le applicazioni Wearable. In fortissima crescita anche lntelligenza Artificiale e Blockchain, pur con valori di partenza contenuti. “La crescita di queste componenti, in un quadro di digitalizzazione diffusa, va sostenuta – ha aggiunto Gay. – Esse rappresentano la chiave per evolvere in coerenza con le sfide di una trasformazione digitale di portata mondiale, cui si può rispondere solo con l’innovazione. Chiunque, da tutto il mondo può vendere sul nostro mercato generando valore aggiunto e occupazione nel proprio Paese. E chiunque, dall’Italia, può entrare nelle filiere di produzione globali dove i processi digitalizzati contano moltissimo per far sì che creatività, qualità ed esperienza operativa del made in Italy continuino a fare la differenza.”
Guardando ai settori d’utenza, sempre in termini crescite medie annue da qui al 2021, si conferma il ruolo trainante di Banche (+4,8%), Industria (+5,2%), Distribuzione (+5,1%) e Utility (+5,1%), cui si aggiungono anche Assicurazioni (+5,1%) e Trasporti (+3,9%). Ed è stimato anche migliorare il trend del settore pubblico (+ 0,6% per la PA Centrale, + 1,3% per la PA Locale), scontando l’attuazione del Piano Triennale per l’Informatica nella PA 2019-2021. Sul fronte dell’innovazione diffusa molto resta però da fare. Fatto 100 il solo mercato business, il 2018 ha visto le grandi imprese (oltre 250 addetti) esprimere ben il 58,7% degli investimenti ICT, contro il 18,7% delle medie (50-249 addetti) e solo il 22,6% delle piccole (1-49 addetti), che hanno un peso in termini di occupazione e Pil proporzionalmente più elevato. Infine, sul fronte del rafforzamento del settore Hi-Tech, si tratta di favorire una crescita già in atto e che genera valore e occupazione; tra il 2015 e il 2018 il numero di imprese è cresciuto da 107mila340 a 112mila340 e quello degli addetti da 477mila850 a 512mila400
Scarica i dati:
https://www.anitec-assinform.it/kdocs/1962479/Anitec-Assinform_131119_def.pptx