Uganda: ecco il futuristico centro di Emergency
Renzo Piano e Gino Strada nel corso degli anni hanno dato vita al Centro di Chirurgia Pediatrica di Entebbe in Uganda voluto da Emergency in accordo con il ministero della Sanità ugandese e progettato da Renzo Piano Building Workshop e Studio TAMassociati insieme alla Building Division di Emergency.
Il centro è stato realizzato per offrire cure chirurgiche specialistiche e non a bambini e ragazzi di età inferiore ai 18 anni affetti da malformazioni congenite, problemi urologici e ginecologici, anomalie del tratto gastro-intestinale, patologie del sistema biliare, cheiloschisi e altre patologie di pertinenza chirurgica più generale.
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Emmanuel-Museruka-–-Malaika-Media-©-RPBW-–-Renzo-Piano-Building-Workshop-Architects
Il Centro di chirurgia pediatrica in Uganda
Il nuovo Centro sorge su un terreno messo a disposizione, gratuitamente, dal governo ugandese che ha anche contribuito al 20% delle spese di costruzione della struttura e coprirà il 20% delle spese di gestione dell’ospedale. Nello specifico siamo sulle sponde del lago Vittoria in una zona verdissima a circa 1.200 metri di altitudine.
Negli oltre 9.700 metri quadrati del Centro si trovano 72 posti letto totali suddivisi nelle diverse aree: terapia intensiva con 6 posti letto, terapia sub-intensiva con 16 posti letto e corsie di degenza con 50 posti letto. Si aggiungono tre sale operatorie, una sala di osservazione e stabilizzazione, sei ambulatori, radiologia, laboratorio e banca del sangue, TAC, una farmacia, l’amministrazione, i servizi ausiliari, l’area di accoglienza, aule per la formazione e lo studio del personale medico sanitario e un’area gioco esterna. Infine, anche una foresteria da 36 posti letto.
Infine, il giardino è il cuore del Centro di chirurgia pediatrica ed è costituito da piante inserite già durante le fasi di costruzione, grazie alla tecnica dell’air-pruning, cioè coltivate soprasuolo, in grandi vasi di rete metallica e iuta.
Dal tetto della struttura è stata creata una linea di recupero delle acque piovane riutilizzate per l’irrigazione e la pulizia delle zone esterne.
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©-RPBW-–-Renzo-Piano-Building-Workshop-Architects
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Emmanuel-Museruka-–-Malaika-Media-©-RPBW-–-Renzo-Piano-Building-Workshop-Architects
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Emmanuel-Museruka-–-Malaika-Media-©-RPBW-–-Renzo-Piano-Building-Workshop-Architects
Al centro dell’intero progetto c’è sicuramente la sostenibilità sociale ma anche quella ambientale che mira a un risparmio energetico senza andare a intaccare i livelli richiesti per l’operatività della struttura.
I progettisti hanno deciso di sfruttare la vicinanza all’Equatore e la forza dell’energia solare a quella latitudine: il Centro è agganciato alla rete elettrica nazionale e vanta un impianto da 2.500 pannelli fotovoltaici per circa 3.000 metri quadri di superficie a sfruttare le dodici ore di luce e le sette ore di sole quotidiane, costanti per tutto l’anno. Il fabbisogno complessivo dell’ospedale è al massimo di 750 KW: con i pannelli durante il giorno se ne ricava fino a un terzo, con cui è possibile garantire il condizionamento dell’aria necessario.
L’impianto fotovoltaico si integra con i due tetti: il più alto, di copertura, realizzato in lamiera grecata regge i 2.500 pannelli che hanno una doppia funzione (catturano l’energia e provvedono a fare ombra, contribuendo alla regolazione termica dell’edificio), mentre il tetto inferiore è in zintek, lega di zinco, titanio e rame.