Auto elettrica, le flotte aziendali sono un’opportunità o un problema?

13 Settembre 2024 Marco Ventimiglia


Un’analisi di T&E mostra la ritrosia delle aziende, nonostante le risorse finanziarie superiori ai privati, nel passare alla mobilità green

È un bene o un male? La domanda, vecchia quanto l’umanità, si ripropone puntualmente anche nell’ambito della transizione energetica e dei suoi molti risvolti. In questo caso è un’analisi di Transport & Environment – organizzazione ambientalista europea che opera nel contesto della mobilità green – a occuparsi della valenza, positiva o negativa, di un comparto fondamentale nei trasporti dell’UE, quello delle flotte aziendali. Del resto, aver messo questo settore sotto la lente d’ingrandimento è pienamente giustificato dai numeri, basti pensare che nell’Unione Europea sei auto nuove su dieci immatricolate sono aziendali. E lo studio ha dunque buon gioco nell’affermare che le auto aziendali sono nella posizione ideale per accelerare la riduzione delle emissioni di gas serra e guidare la transizione verso i veicoli a emissioni zero (BEV).

L’importanza delle flotte aziendali

Un’analisi, quella di T&E, che non soltanto approfondisce il ruolo delle flotte aziendali nell’elettrificazione dei trasporti dell’Unione Europea, ma entra nel merito di quanto sta accadendo nei 27 Stati membri, Italia compresa. Per prima cosa viene ricordato che non c’è solo l’elemento numerico a rendere importante la transizione green delle flotte aziendali. “Va infatti considerato – si legge nello studio – che le auto aziendali vengono utilizzate il doppio rispetto a quelle private, il che significa che emettono molta più anidride carbonica. Inoltre, a causa del loro periodo di proprietà più breve, i veicoli aziendali entrano nel mercato dell’usato dopo pochi anni, a un prezzo inferiore, il che significa che le flotte aziendali rappresentano una potenziale fonte di auto elettriche a prezzi accessibili per le famiglie”.

Fin qui, dunque, la risposta alla domanda d’apertura sembrerebbe abbastanza scontata. Senonché, nel mondo delle flotte aziendali si stanno invece concretizzando delle situazioni che inducono a riflettere. Gli esperti di Transport & Environment sottolineano come “nei due maggiori mercati automobilistici europei, Francia e Germania, le aziende sono chiaramente in ritardo con l’adeguamento delle loro flotte rispetto alle famiglie, il che ha un effetto considerevole sulla diffusione dei veicoli elettrici in Europa nel suo complesso”. In parole povere, nel complesso dell’Unione Europea i privati comprano più veicoli elettrici rispetto alle aziende, che pure disporrebbero di maggiori risorse economiche per operare sul mercato auto.

Raffronto fra flotte aziendali e settore privato

A sostenere queste affermazioni ci sono, puntuali, le cifre relative all’andamento del mercato dei BEV nell’ultimo triennio. Nel 2021 i veicoli elettrici immatricolati nel comparto privato sono stati il 10,2% del totale UE mentre le flotte aziendali non sono andate oltre l’8,6%. Un divario che si è ulteriormente allargato nell’anno successivo, quando i BEV privati sono saliti al 14,5% contro un’incidenza del 10,8% delle auto aziendali elettriche. La situazione si è poi parzialmente riequilibrata nel 2023, con le immatricolazioni di veicoli elettrici privati al 15,6% mentre le flotte aziendali sono cresciute al 14,1%. Da notare come T&E attribuisce un ruolo negativo al diffondersi dei veicoli ibridi plug-in (PHEV) nell’UE, la cui incidenza nel segmento green è quasi doppia rispetto al comparto privato (42% contro 22%) e “che emettono in media circa 3,5 volte di più rispetto ai valori dichiarati ufficialmente”.

Infine, in relazione alla situazione nel nostro Paese, lo studio di Transport & Environment indica che nel 2023 è diminuita (-3,5%) la penetrazione dei veicoli elettrici nelle flotte aziendali italiane, con una vistosa divergenza da tutti gli altri Paesi dell’UE-27 (ad eccezione di Malta). Un andamento che si inserisce in un contesto particolarmente negativo, considerato che l’Italia, pur essendo il terzo mercato automobilistico in Europa, ha uno dei tassi più bassi di adozione dei veicoli elettrici nel segmento delle auto aziendali (4,9%). “Si tratta di un problema non da poco – spiega T&E – perché l’anno scorso in Italia il 44% delle auto nuove sono state immatricolate dalle aziende, una quota in continua crescita considerando che nel 2020 le auto aziendali rappresentavano il 36% delle immatricolazioni”.

Marco Ventimiglia

61 anni, dal 1989 giornalista professionista de l'Unità dove ha ricoperto vari ruoli dapprima nella redazione sportiva e poi in quella economica. Esperto di nuove tecnologie, ha realizzato per anni il supplemento Unità Multimedia e curato il Canale Tecnologia su Internet. Negli ultimi anni realizza sul Web articoli sulla transizione energetica, la mobilità elettrica, il rinnovamento del patrimonio immobiliare, oltre che dare conto delle evoluzioni politiche e normative in materia.