Mobilità elettrica, sarà la concorrenza a far scendere il costo delle batterie
Nello scenario di Wood Mackenzie la tecnologia agli ioni di sodio sarà sempre più competitiva rispetto a quella agli ioni di litio attualmente leader
È una scena ben nota ai concessionari d’auto, almeno per quelli che espongono un modello a trazione elettrica: il potenziale cliente guarda il veicolo incuriosito, chiede un sacco di cose e conclude con la solita domanda sul prezzo. Poi, stupito dalla risposta, chiede ancora: ma perché costa così tanto? E qui ci sostituiamo noi al concessionario, per dire che la spiegazione è molto semplice: il prezzo elevato delle auto elettriche dipende interamente da quello delle batterie che le equipaggiano.
Adesso è innegabilmente così, ma nel futuro le cose dovranno per forza cambiare perché se il prezzo delle auto elettriche non diventerà “normale” sarà impossibile raggiungere gli obiettivi green nei trasporti, ad esempio quello che si è data l’Unione europea riguardante il divieto di vendita di modelli diesel o a benzina già a partire dal 2035. Ed a spiegare come potrà avvenire la discesa dei prezzi delle batterie c’è un interessante articolo comparso sul sito di Wood Mackenzie dal titolo: “Can battery innovation accelerate the energy transition?”.
Due tipi di batterie agli ioni di litio
Partiamo dalla conclusione dell’articolo, per dire che a far scendere il prezzo delle batterie per autotrazione sarà il più classico dei meccanismi del capitalismo, ovvero la concorrenza, a sua volta resa possibile dalla continua evoluzione tecnologica nel settore. Attualmente la tecnologia dominante è quella agli ioni di litio, anche se già qui occorre fare una distinzione. Infatti, le batterie agli ioni di litio (Li-ion) si dividono fra modelli in fosfato di ferro di litio (LFP, bassa densità energetica ma alta sicurezza) e al litio-nichel-cobalto-ossido di manganese (NMC, alte prestazioni).
E già in quest’ambito si assiste ad importanti evoluzioni tecnologiche. Per quanto riguarda la prima tipologia agli ioni di litio, un progresso importante si è registrato con la sostituzione nelle celle LFP di parte del contenuto di ferro con il manganese – soprannominate per questo LMFP –, il che ha ridotto il citato divario di densità energetica rispetto alle batterie NMC. Per quest’ultime, invece, il cobalto sta venendo gradualmente eliminato a vantaggio del contenuto di nichel.
La tecnologia agli ioni di sodio
Ma l’evoluzione più significativa, quella che appunto promette di dar vita nei prossimi anni ad un’importante concorrenza commerciale, riguarda una batteria di concezione “alternativa” rispetto agli ioni di litio, nel senso che questo elemento viene sostituito dal sodio. Una tecnologia, quella agli ioni di sodio (Na-ion), che offre dei significativi vantaggi, a cominciare dal minor prezzo di questo elemento rispetto al litio. Inoltre, questo tipo di batterie ha una sicurezza molto maggiore. Il loro punto debole è invece la densità energetica che non può ancora competere con le batterie con ioni di litio a base di nichel. Ma qui ritorna in gioco l’evoluzione tecnologica che promette di limare progressivamente questo limite che ovviamente riduce l’autonomia dei veicoli attrezzati con questo tipo di batterie.
L’articolo di Wood Mackenzie evidenzia anche la mancanza, per le batterie Na-ion, delle catene di approvvigionamento e dei processi di produzione ormai consolidati per i modelli Li-ion, il che richiederà miliardi di dollari di investimenti. Ma affiancare l’offerta di batterie Na-ion a quella LFP e NMC è fondamentale per almeno due motivi. Il primo è che la concorrenza farà aumentare il numero di batterie per autotrazione disponibili sul mercato con un conseguente calo dei prezzi. Inoltre, la minor dipendenza dal litio produrrà importanti effetti geo-politici, poiché questo elemento si trova in abbondanza soltanto nei giacimenti di pochi Paesi.