Impianti Elettrici in condominio: ecco il finanziamento
Fino a 1.200 euro per appartamento e 900 euro per piano per l’ammodernamento delle colonne montanti negli stabili che sono stati costruiti prima del 1970 o tra il 1970 e il 1985. Arera spiega chi li può richiedere e chi li stanzierà.
Con una locuzione quanto mai attinente, si potrebbe dire che la notizia sia passata un po’… sottotraccia. Eppure, la delibera con cui Arera – l’Autorità per l’energia e l’ambiente – ha avviato una procedura sperimentale per l’ammodernamento delle “colonne montanti” vetuste negli edifici condominiali più datati, potrebbe rappresentare:
- per i condomini un’importante occasione di messa a norma e incremento della sicurezza;
- per le imprese del comparto impiantistico uno straordinario volano
Tanto più che gli importi previsti paiono particolarmente appetitosi, ammontando fino a 1.200 euro per appartamento coinvolto e fino a 900 euro per ogni piano. Ma a chi spettano tali fondi e a partire da quando? Con quali discriminanti? Chi potrà e chi dovrà farne richiesta? E chi li stanzierà, poi, materialmente? Domande che abbiamo rivolto all’ing. Ferruccio Villa della Direzione Infrastrutture, Energia e Unbundling di Arera, e nello specifico responsabile dell’Unità Qualità Misura e Innovazione Infrastrutture Elettriche.
D. Per quale ragione Arera ha varato una delibera finalizzata a promuovere il rinnovamento delle colonne montanti vetuste degli edifici condominiali?
L’obiettivo della delibera dell’Autorità è promuovere il rinnovo dei vecchi impianti elettrici del distributore di energia elettrica interni ai condomini, per migliorarne sicurezza ed efficienza. Si tratta in particolare degli interventi su quella che viene definita tecnicamente “colonna montante” ovvero la linea elettrica del distributore in sviluppo prevalentemente verticale che attraversa parti condominiali, fino ai contatori elettrici collocati presso i singoli appartamenti o al piano.
Con il nostro provvedimento, pertanto, riteniamo di facilitare l’accordo tra gli amministratori di condominio e i distributori di energia elettrica per rinnovare le colonne montanti più vecchie, mantenendo in sicurezza gli edifici e predisponendole alle eventuali richieste di aumento di potenza, visto il crescente ricorso registrato negli anni a nuovi apparati di riscaldamento e raffrescamento elettrico (come le pompe di calore) o per cucinare (come le piastre a induzione). Un provvedimento particolarmente importante anche per quei condomini con vecchi impianti elettrici che stanno valutando ristrutturazioni o la centralizzazione dei contatori, considerando inoltre che è previsto un rimborso in funzione del livello di pregio delle finiture dell’immobile.
D. In che cosa consiste la procedura sperimentale?
La fase sperimentale della regolazione durerà tre anni, dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2022, e riguarda l’ammodernamento degli impianti elettrici del distributore all’interno dei condomini realizzati prima del 1970 o nella fascia tra il 1970 e il 1985 se ritenuti critici dal distributore.
D. Quali sono gli step del provvedimento?
Il distributore deve fornire al condominio un’informativa preliminare, prospettando anche la sottoscrizione di un accordo su tempi e modalità per l’ammodernamento delle colonne montanti vetuste. A tale riguardo, le imprese distributrici dovranno definire, entro il 30 giugno 2020, una versione sperimentale di “contratto-tipo” valido per gli anni 2021-2022. Dopo l’esecuzione dei lavori, il condominio ha l’obbligo di predisporre e conservare specifica documentazione e di esibire i costi al distributore per ottenere il rimborso. Come ultimo passaggio, poi, il distributore eroga i rimborsi al condominio. Sono previsti infine controlli a campione, sia in capo al distributore che all’Autorità per evitare eventuali abusi.
D. Quindi, ripetiamolo per maggiore chiarezza: chi erogherà fisicamente i finanziamenti e con quali modalità?
Il contributo sarà erogato direttamente dal distributore al condominio e sarà riconosciuto nel caso in cui i lavori edili verranno svolti direttamente dal condominio, differenziato in relazione al livello di pregio delle opere edili esistenti. Sono previsti contributi pari ai costi sostenuti dal condominio, in ogni caso non superiori a valori massimi che vanno dai 400 euro ai 600 euro per piano e dai 700 ai 900 euro per utenza. Gli importi massimi aumentano (a 700 – 900 euro per piano e a 1000 – 1200 euro per utenza) se in occasione dei lavori sulla colonna montante il condominio decide, in accordo con il distributore, anche di centralizzare tutti i misuratori in un unico vano. In tal caso il contributo è maggiore perché vengono effettuati anche i lavori di posa dei nuovi collegamenti elettrici, a cura del condominio, tra i contatori centralizzati e la precedente collocazione (negli appartamenti o ai piani), collegamenti che resteranno di proprietà dei singoli condòmini. Si aggiungono poi 100 euro al metro (fino ad un massimo di 1500 euro) per l’eventuale parte di cavo tra il perimetro dell’edificio e il confine di proprietà. Il livello di pregio delle finiture deve essere attestato dall’amministratore di condominio tramite dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà ai sensi del DPr 445/2000.
D. Quale risposta si ritiene possa avere tale misura e quali risultati si mirano ad ottenere?
Il presente provvedimento come detto, avvia una regolazione sperimentale di durata triennale finalizzata anche ad acquisire informazioni ed elementi utili alla messa a regime di un quadro regolatorio stabile e sostenibile, a partire dal 1°gennaio 2023. Grazie alla delibera dell’Autorità sarà possibile, inoltre, effettuare un censimento delle colonne montanti vetuste, da parte di ogni impresa distributrice; verificare l’efficacia e l’efficienza del coinvolgimento dei condomini nell’effettuazione dei lavori di ammodernamento delle colonne montanti; rafforzare il quadro regolatorio in relazione all’impegno richiesto alle imprese distributrici per assicurare la fornitura di energia elettrica anche a fronte delle mutate e future condizioni di prelievo. Una volta rinforzata la rete elettrica e resa più sicura, per i singoli condòmini sarà possibile attivare anche potenze disponibili fino ad almeno 6,6 kW, e fare salve le potenze disponibili superiori a 6,6 kW già contrattualizzate prima dell’ammodernamento della colonna montante.
Articolo a cura di Italia Casa