Draghi contro il Superbonus: “Costi di efficientamento più che triplicati”
In attesa presa di posizione del presidente del consiglio che boccia il meccanismo del Superbonus ma riceve molte critiche
Eravamo stati facili profeti quando, poche settimane fa, dopo l’ennesimo articolo dedicato al Superbonus avevamo previsto che non sarebbe certo stato l’ultimo. Nonostante questo la sorpresa è stata notevole nel constatare il breve lasso di tempo intercorso e soprattutto il modo con il quale la maxi agevolazione fiscale è tornata di stretta attualità. Infatti, a parlare del Superbonus, non certo con termini elogiativi, è stato il presidente del consiglio, Mario Draghi, durante un discorso in uno dei luoghi più illustri della politica internazionale, l’aula dell’Europarlamento di Strasburgo.
Nell’intervento, dopo aver comunque rimarcato la vocazione ecologica del suo governo, il premier ha affrontato l’argomento Superbonus in modo sicuramente inatteso: “Possiamo non essere d’accordo sul Superbonus al 110%, e non siamo d’accordo sulla validità di questo provvedimento. Cito soltanto un esempio. Il costo di efficientamento è più che triplicato grazie ai provvedimenti del 110%”. Ed ancora, a spiegazione della bocciatura: “I prezzi degli investimenti necessari per attuare le ristrutturazioni sono più che triplicati, perché il 110% di per sé toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo. E quindi questo è il risultato. In ogni caso le cose vanno avanti in parlamento, il governo ha fatto quello che poteva fare e il nostro ministro è molto bravo”.
Una pioggia di reazioni
Ora, al di là delle questioni sollevate dal premier, non si può fare a meno di osservare che in questo modo Draghi sta di fatto bocciando una legge dello Stato, varata dal precedente esecutivo ma legittimata anche dal suo con una serie di modifiche e di proroghe. Le reazioni? C’è l’imbarazzo della scelta e non sono esattamente entusiastiche… Cominciamo dalle parole del cinquestelle Riccardo Fraccaro, l’esponente del precedente governo Conte che più ha seguito la gestazione del Superbonus: “Vorrei ricordare al nostro presidente del consiglio che il Superbonus è espressione della volontà parlamentare di tutte le forze politiche, e per questo, anche se il suo giudizio personale è negativo, non può boicottare una misura che peraltro in più occasioni ha ricevuto lodi dalla stessa Unione Europea”.
Passando alle associazioni di categoria, per Confedilizia “il problema segnalato dal premier esiste, anche se l’aumento dei prezzi è stato determinato da molteplici fattori. Del resto, il Superbonus è stato varato, nella primavera di due anni fa, al solo scopo (ottenuto, a quanto risulta) di dare uno scossone positivo a un’economia annichilita da pandemia e lockdown. E nessuna persona dotata di senno ha mai pensato che dovesse essere strutturale”. La stessa Confedilizia richiama proprio l’esecutivo alle sue responsabilità: “Quel che lascia perplessi è il fatto che il governo, impossibilitato a bloccare questa misura in quanto voluta dalla quasi totalità del parlamento, abbia introdotto negli ultimi mesi evidenti ostacoli alla sua concreta applicazione, in particolare attraverso i limiti imposti alla cessione del credito”.
La voce dell’ANCE e degli architetti
Proprio sugli interventi normativi a pioggia si sofferma l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), sottolineando come “cittadini e imprese sono preoccupati per questo clima di incertezza che regna intorno al Superbonus e che rischia di bloccare migliaia di lavori già partiti o in procinto di partire, creare enormi contenziosi e di far fallire centinaia di operatori. Non è possibile rimettere continuamente in discussione norme già in vigore: ci dicano una volta per tutte cosa si intende fare di questa misura”.
C’è poi la decisa protesta degli architetti che hanno deciso di scrivere una lettera aperta al governo, inviata dall’Ordine di Roma in rappresentanza degli Ordini di 44 province italiane: “Di fronte a una norma scritta male ci si domanda se l’esecutivo e gli uffici che intervengono nel processo legislativo conoscano i tempi di progettazione e realizzazione di un intervento edilizio. La realtà -prosegue la missiva dal titolo Bonus edilizi. Serve una via di uscita – parla di professionisti che si ritrovano oggi con lavori fatti o quasi conclusi, senza alcuna possibilità di cessione del credito o sconto in fattura, con l’unica prospettiva di un aumento di contenziosi e azioni legali”.
Segnaliamo anche una “nostra” presa di posizione, ovvero il ragionamento di Luca Baldin, direttore responsabile di Smart Building Italia: “Una revisione del Superbonus, nato per rilanciare l’economia dopo la pandemia, era nell’ordine delle cose, anche perché a causa dell’entità del contributo dello Stato si sono determinate le storture di cui ha parlato Draghi. A questo punto, permanendo la necessità di investire nell’adeguamento del patrimonio edilizio, è auspicabile una compartecipazione pubblico-privata nell’operazione. Infatti, i benefici del Superbonus sono pubblici (minori consumi, minor inquinamento, minori emissioni di CO2, contrasto al global warming), ma anche privati (risparmio in bolletta, maggiore comfort, rivalutazione dell’immobile). E non possiamo pensare – conclude Baldin – che paghi sempre Pantalone!”.