La decarbonizzazione degli edifici e la resilienza urbana ai disastri nella “nuova” normalità climatica
E’ ben noto l’obiettivo ambizioso posto dall’Unione Europea di decarbonizzazione del parco edilizio al 2050. La decarbonizzazione prevede una profonda elettrificazione degli usi finali e del servizio di climatizzazione degli edifici. Ciò richiede la disponibilità di energia elettrica in continuità e di qualità.
I recenti avvenimenti ci hanno mostrato di contro come a livello locale il sistema elettrico nazionale abbia poca resilienza, ossia la capacità di fornire il servizio anche durante e dopo eventi disastrosi dovuti ai cambiamenti climatici, alle anomalie meteorologiche conseguenti quali le ondate di calore in estate o eventi estremi in inverno.
In tali occasioni è venuto a mancare il servizio elettrico in molte città e in molte parti delle città, di conseguenza negli edifici sono stati disalimentati impianti essenziali per la vita delle persone, quali il servizio idrico e di climatizzazione, servizio che rappresenta la prima difesa per la salute delle persone vulnerabili durante le ondate di calore.
Gli scienziati dell’IPCC e studi affidabili considerano tali anomalie la prossima normalità, per questo motivo ci si deve adattare con interventi di adattamento e mitigazione che riguardino anche le infrastrutture critiche delle città.
Sul sito di Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, si legge “La resilienza della rete è un tema centrale nel nuovo scenario energetico e climatico. Aumentare il livello di resilienza del sistema elettrico italiano rappresenta una delle principali sfide della transizione ecologica”.
Gia’ dal marzo 2017, l’ARERA ha individuato la necessità di pianificare interventi di aumento della resilienza del sistema elettrico, pubblicando l’Allegato A alla Determinazione DIEU 7 marzo 2017 n.2/2017, contenente la prima versione delle “Linee guida per la presentazione dei Piani di lavoro per l’incremento della resilienza del sistema elettrico”.
Nel “Piano di Lavoro per l’incremento della Resilienza del sistema elettrico di E-Distribuzione 2022-2024” si riporta: “in periodi di ondate di calore si registra un eccezionale incremento del tasso di guasto elettrico nelle reti in cavo interrato e quindi un rilevante aumento della probabilità che si manifestino sulle linee più guasti contemporaneamente”.
Sono previsti interventi importanti sul sistema elettrico per incrementarne la resilienza, in linea con il Piano di resilienza della rete elettrica previsto dal “Testo Integrato Della Regolazione Output-Based Dei Servizi Di Distribuzione E Misura Dell’energia Elettrica (TIQE) e con il “Piano Resilienza 2022-2024” di e-distribuzione.
Nelle more ricordiamo che un servizio elettrico resiliente agli edifici puo’ essere assicurato a livello locale, anche in mancanza dell’alimentazione ordinaria da sistemi di generazione di energia di riserva, quali ad es. gruppi di continuità statici o elettrogeni.
E’ pensabile l’installazione di tali sistemi in ogni abitazione?
Analogamente dovrebbe avvenire per i servizi comuni dei condomini, ad es gli impianti di autoclave e gli impianti di climatizzazione elettrici condominiali ove presenti, ad es in tutte le nuove costruzioni, a seguito degli obblighi di legge (edifici NZEB).
Mentre gli impianti idrici posseggono un volano di riserva pur se limitato, nel caso della climatizzazione questo non avviene.
Appare evidente come l’attuale e consueta architettura degli impianti elettrici in un edificio, secondo le regole e la regolazione vigente, presenti una ridotta resilienza ai disastri di questo tipo.
L’Associazione Energy Managers propone una nuova architettura costituita da un un unica fornitura di energia elettrica nell’edificio.
La modifica della regolazione vigente dovrebbe consentire la fornitura di energia elettrica ad un solo POD di condominio, con un meter fiscale e meters, oggi smart, di sottolettura per i consumi individuali.
Un’unica fornitura consente di installare un’unica alimentazione di riserva per l’impianto elettrico di condominio e assicura la continuità di servizio offerto ai singoli condomini e agli impianti installati, ad es. pompe di calore singole.
Un’unica fornitura consente, come avviene in tanti altri paesi europei, al condominio di divenire autosufficiente con l’installazione di sistemi in loco di produzione di energia, ad es fotovoltaica, superando le difficoltà e complicazioni degli attuali schemi di autoconsumo collettivo e riducendo realmente l’energia assorbita dalla rete e di conseguenza di costi di energia elettrica individuali.
In tal caso si costituirebbero vere comunità energetiche di edificio, cellule del nuovo sistema elettrico e la piena consapevolezza dei propri consumi da parte dei singoli condomini.
Nel caso i cui le singole unità immobiliari fossero servite da un unico impianto di climatizzazione condominiale alimentato da energia elettrica, come sta avvenendo nei nuovi edifici con sistemi a pompa di calore, ciò consentirebbe la continuità di tale servizio reso, essenziale per la salute e il benessere delle persone nella “nuova” normalità climatica.
Si riproporrebbe quanto avviene per il servizio di connettività di edificio, servizio in aggiunta a quello individuale dei condomini, per fornire e usufruire di servizi ICT.
Ricordiamo anche la necessità di assicurare a tutte le proprietà individuali la possibilità di ricarica la propria auto elettrica.
Il passaggio dagli impianti singoli per unità immobiliare agli impianti tecnici (climatizzazione, elettrici, ICT, sicurezza, ecc.) a servizio di edificio consente una maggior efficienza energetica e operativa, mantenendo, nel contempo, le giuste aspirazioni di autonomia gestionale dei singoli condomini.
Tutti i nuovi edifici multipiano dovrebbero adottare tale architettura.
In coerenza con la campagna di rifacimento delle montanti elettriche, che dovrebbe prevedere anche quella dell’installazione della rete condominiale ICT, l’impianto multiservizio di edificio previsto dall’art. 135 bis del D.P.R. n. 380/01 e ss.mm. solo per i nuovi edifici o le ristrutturazioni profonde, come suggerito da tempo dalla associazione Smart Building Alliance for Smart Cities Italia, si dovrebbe consentire di finanziare la realizzazione di queste nuove architetture di edificio per gli impianti elettrici, con gli importi in tariffa finora accumulati.
Appare anche evidente come i progettisti debbano porsi all’atto della progettazione dei nuovi edifici l’obiettivo di assicurare la resilienza del funzionamento degli impianti, in particolare quelli a fonti rinnovabili e delle strutture dell’edificio, a seguito dei fenomeni conseguenti ai cambiamenti climatici in atto.
Ciò richiede anche una profonda rivisitazione delle norme tecniche che si utilizzano per il calcolo del fabbisogno energetico dell’edificio e la conseguente progettazione degli impianti di climatizzazione.
Si auspica dunque un serio e urgente ripensamento delle architetture dei nostri edifici alla luce delle necessità di resilienza ai disastri, fenomeni che ci si aspetta diventino sempre piu’ frequenti in una nuova “normalità” nei prossimi anni, molto piu’ complessa da affrontare.