Rinaturalizzare gli edifici scolastici

17 Giugno 2024 Pasquale Capezzuto


Renaturing city è un approccio di governance delle città che consente ai cittadini di  riconnettersi con l’ambiente naturale.

Riportare la natura nella nostra vita è alla base della strategia europea sulla biodiversità 2030.
I benefici fisici, psicologici ed emozionali del rapporto delle persone con la Natura sono stati oggetto di numerose ricerche scientifiche e sono ormai acquisiti.
Questo approccio trova nelle città la naturale applicazione mediante l’utilizzo delle nature-based solutions, il cosiddetto greening urbano, i tetti verdi, le facciate verdi, le foreste urbane.
È comprensibile la valenza educativa  di questo approccio negli edifici scolastici, soprattutto della prima infanzia, l’introduzione della natura negli edifici scolastici ristabilisce la continuità con le aree naturali nella città e ripristina gli ecosistemi locali.
Le tecniche utilizzabili sono mutuabili da quelle adottate sempre più frequentemente a scala urbana.
La guida ”OASIS SCHOOLYARDS – Recommendations booklet for transforming schoolyards Summary” di Lise Daviet contiene spunti interessanti per la progettazione di interventi di  rinaturizzazione dei cortili degli edifici scolastici.

La progettazione degli interventi deve tener conto di:

  • la coprogettazione degli interventi con gli alunni;
  • una presenza «centrale» della natura, per il benessere e il ristoro: materiali naturali, vegetazione abbondante, presenza di acqua,
  • la diversificazione dei luoghi, per permettere a ciascuno di trovare il proprio posto, intesa come varietà di materiali e pavimentazioni;
  • consapevolezza ambientale, per rispettare l’ambiente e preservare le risorse, viene promosso un concetto «low-tech»: (ri)utilizzo di materiali esistenti, valorizzazione degli spazi naturali, semplicità delle strutture, uso di eco-materiali, approvvigionamento da fonti locali e produzione partecipativa.

I cortili scolastici possono costituire aree di “back-up” della biodiversità, in grado di garantire l’intreccio delle continuità ecologiche su scala urbana e preservare e ripristinare gli ecosistemi naturali locali che già esistono nei cortili delle scuole o coltivare nuovi ecosistemi con la vegetazione aggiuntiva.

Per incoraggiare la biodiversità si puo’ lavorare sulla diversità degli strati vegetali (suolo e copertura vegetale, erbacea, arbustiva e arborea), sul tipo di foglie (sempreverdi/caduche, floreali/frondose).

I progetti dovrebbero includere la piantumazione di nuovi alberi, un importante evento educativo che coinvolga alunni e inseganti e la conservazione degli alberi esistenti.
Importante è la selezione dei tipi di piante dando priorità alle specie autoctone e regionali ipoallergeniche e non tossiche.
La progettazione di percorsi «naturali» tra le aree piantumate in modo da renderle accessibili limitando il calpestio delle specie piantate, consente ai bambini di esplorare il terreno, scavare, raccogliere rami, raccogliere foglie e godersi appieno la natura.
Pavimentazioni e sentieri in legno possono formare diversi paesaggi nel cortile della scuola, considerando le loro diverse qualità estetiche.

Le nature-based solutions, come pareti verdi, giardini pensili, tetti verdi o siepi lungo le recinzioni della scuola, costituiscono un elemento fondamentale per la rinaturizzazione.
Gli orti didattici, come giardini fioriti, orti, giardini aromatici, posizionati a terra su tumuli o in aiuole rialzate, esercitano un’importante valenza educativa, la partecipazione alla coltivazione degli orti e alla manutenzione degli spazi verdi del cortile della scuola puo’ essere oggetto di attività didattiche in qualsiasi stagione dell’anno.
È essenziale considerare l’acqua come una risorsa economica, ecologica e sociale per progettare e realizzare un efficiente sistema di gestione dell’acqua.
La gestione delle acque piovane consente di contribuire a ripristinare il ciclo dell’acqua a livello locale trattando l’acqua il più vicino possibile al punto in cui cade, in tal modo non solo si riduce la quantità di acqua che entra nel sistema fognario, ma l’acqua raccolta viene anche riutilizzata per scopi che non richiedono la qualità dell’acqua potabile pulita (ad esempio l’irrigazione).

Nel caso dei cortili scolastici esistono diverse soluzioni per la gestione dell’acqua piovana:

  • ritenzione temporanea delle acque di deflusso su tetti piani o in bacini di raccolta delle acque meteoriche;
  • raccolta di acque per l’irrigazione di aree verdi, servizi igienici o altri usi;
  • deflusso per fornire acqua alle piante del cortile scolastico, evapotraspirazione e infiltrazione nel suolo naturale;
  • infiltrazione dell’acqua piovana direttamente nel terreno.

Un’ulteriore sfida nei cortili delle scuole è rendere l’acqua accessibile ai bambini, con funzionalità pensate per bere, rinfrescare l’ambiente, giocare o anche imparare!
Rendere visibile e accessibile l’acqua nel cortile della scuola permette agli studenti di prendere coscienza del ciclo dell’acqua, imparare a preservare la risorsa e renderli consapevoli della sua presenza. Il cortile della scuola è ideale per sovrapporre usi con strutture di gestione dell’acqua piovana combinati con usi più ludici.
È opportuno installare punti d’acqua accessibili ai bambini, rendere l’acqua piovana divertente ed educativa fornendo giochi d’acqua mobili o permanenti (rubinetti a pulsante a muro, lavabi da esterno o fontanelle).

Per quanto attiene il ciclo dell’acqua la progettazione di paludi, paludi umide, giardini pluviali consente di comprenderne il funzionamento.

Citiamo ad es.  gli swales, che hanno la funzione di immagazzinare l’acqua piovana, le  paludi umide, che non necessariamente raccoglie e immagazzina l’acqua piovana ma funziona invece come una «trincea» lineare a cielo aperto che drena e convoglia l’acqua verso altri punti di raccolta o stoccaggio, i giardini della pioggia, giardini di arbusti, piante perenni e fiori autoctoni progettato per trattenere e assorbire temporaneamente il deflusso dell’acqua piovana e allo stesso tempo filtrare gli inquinanti nel deflusso.

La maggior parte degli spazi pubblici aperti oggi sono pavimentati con superfici impermeabili che provocano alterazioni del ciclo idrologico su scala cittadina e contribuiscono anche all’effetto isola di calore urbano. L’acqua è essenziale per creare spazi urbani confortevoli e proteggere la biodiversità locale.
Particolare attenzione va posta ai materiali di copertura del suolo utilizzati, essi dovrebbero anche contribuire a mitigare l’effetto isola di calore urbana, evitando pertanto, i materiali che assorbono e immagazzinano il calore durante la stagione calda, come le pavimentazioni in asfalto.

Nei cortili delle scuole si dovrebbe utilizzare quanto più suolo naturale possibile, rimuovendo l’asfalto e bilanciando la proporzione tra terreno naturale permeabile e superfici impermeabili.  I materiali naturali possono regolare la temperatura su scala locale, grazie all’evapotraspirazione delle piante, possono essere adatti a diverse attività (corsa, giardinaggio, gioco, ecc.) e sono da preferire per le loro qualità sensoriali.
A livello europeo vi sono numerosi esempi di questo approccio naturalistico negli edifici scolastici in particolare il programma “Scuole di rifugio climatico “-  Barcellona (Spagna)- che  comprende una serie di  azioni innovative urbane che mirano a  creare rifugi dal caldo estremo per la popolazione dei quartiere, attraverso una maggiore vegetazione nel cortile della scuola.

Il progetto “Aula natura” del WWF “prevede l’apertura di almeno 50 Aule Natura in tutta Italia entro il 2024.

In conclusione, l’apprendimento attraverso l’utilizzo diretto delle tecniche adottate nei cortili scolastici consente agli alunni di familiarizzare con i concetti scientifici ma soprattutto li rende consapevoli della loro utilità nella loro vita futura nella città e di comprendere come il verde non abbia solo una funzione decorativa o di godimento sensoriale ma funzioni ecosistemiche proprie, oltre a contribuire alle azioni contro la crisi climatica.
Il verde, progettato e realizzato in continuità o facilmente accessibile dagli spazi della didattica quotidiana, può assumere valore anche per l’educazione ambientale e alimentare dei giovani, Spazi educativi e architetture scolastiche: linee e indirizzi internazionali (Indire, 2016).

Pasquale Capezzuto

Presidente dell’Associazione Energy Managers di Bari, Presidente Commissione UNI/TC058 “Citta’,comunita’ e infrastrutture sostenibili”, già Vice Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Bari e Coordinatore della Commissione Energia, Impianti, Ambiente e Sostenibilità dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bari, membro del Gruppo di Lavoro Energia del C.N.I.