Immuni è stata dunque ritenuta dal Commissario Straordinario Arcuri più idonea “per la sua capacità di contribuire tempestivamente all’azione di contrasto del virus, per la conformità al modello europeo delineato dal Consorzio PEPP-PT e per le garanzie che offre per il rispetto della privacy“.
“La società Bending Spoons – si legge nell’ordinanza ufficiale il documento – esclusivamente per spirito di solidarietà e, quindi, al solo scopo di fornire un proprio contributo, volontario e personale, utile per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 in atto, ha manifestato la volontà di concedere in licenza d’uso aperta, gratuita e perpetua, al Commissario straordinario, il codice sorgente e tutte le componenti applicative facenti parte del sistema di contact tracing già sviluppate, nonché, per le medesime ragioni e motivazioni e sempre a titolo gratuito, ha manifestato la propria disponibilità a completare gli sviluppi informatici che si renderanno necessari per consentire la messa in esercizio del sistema nazionale di contact tracing digitale”.
Come funziona Immuni, l’app anti contagio?
Immuni consente di tenere sotto controllo i propri dati. I contatti con altre persone vengono tracciati ma restano bloccati nello smartphone dell’utente. Il tracciamento avviene tramite Bluetooth e la app conserva i dati fino a quando non si ha certezza che la persona che l’ha installata sul proprio cellulare è risultata positiva al test del Covid-19. A quel punto la persona può dare il consenso al trattamento dei propri dati conservati sul cellulare, permettendo quindi di rintracciare le persone con cui è entrata in contatto nei giorni precedenti e ricostruendo la cronologia dei suoi spostamenti. L’app prevede due parti: un registro sullo stato di salute della persona e della sua sintomatologia se affetta da Coronavirus, e un tracciamento dei contatti che consentirà al software di riconoscere e tenere memoria dei dispositivi con cui lo smartphone del paziente è entrato in contatto. Nessuno dei dati raccolti verrà acquisito o diffuso prima che il paziente, qualora risultasse affetto da Covid-19, abbia deciso di dare il consenso al loro utilizzo.