Elezioni politiche, per la digitalizzazione tante parole in attesa dei fatti
I principali partiti non hanno trascurato l’argomento nei loro programmi, ma alle molte enunciazioni di principio fanno da riscontro pochi impegni concreti
Una lista delle promesse irrealizzate contenute nei programmi elettorali delle consultazioni politiche in Italia dal Dopoguerra ad oggi richiederebbe spazi enciclopedici. La speranza, naturalmente, è che questa volta le cose vadano diversamente, almeno per quanto riguarda i temi che più attengono alla modernizzazione del Paese. Uno di questi è sicuramente il processo di digitalizzazione, per il quale siamo andati a vedere le proposte dei principali partiti politici in lizza nelle votazioni del prossimo 25 settembre.
Digitale tenuto ben presente dai partiti
Diciamo subito che nel suo complesso la lettura si presta ad un paio di considerazioni. Il tema della digitalizzazione, nei suoi molteplici aspetti, è ben presente in tutti i programmi delle maggiori forze politiche, un fatto tutt’altro che scontato poiché, pur trattandosi di un argomento prioritario ormai da decenni, non di rado si è assistito a clamorosi “buchi” nelle proposte formulate agli elettori da questo o quel partito. Se però, ed è questa l’altra constatazione generale, si vanno a separare le grandi affermazioni di principio – su temi quali la banda ultralarga, l’ammodernamento della PA, cyber sicurezza e start-up innovative – dagli impegni concreti relativi all’introduzione di specifiche regolamentazioni ad hoc, allora nella seconda categoria rimane poco, e questo ricalca i consueti meccanismi della politica pre-elettorale, italiana e non solo.
Le priorità digitali della Lega
Nell’ambito del centrodestra il programma “Per l’Italia” dell’intera coalizione offre davvero pochi spunti sul digitale. In pratica, ci si limita ad indicare il “Potenziamento e sviluppo delle infrastrutture digitali ed estensione della banda
ultralarga in tutta Italia”, nonché il “Supporto alla digitalizzazione dell’intera filiera del settore turistico e della cultura”. A dire di più sono invece i programmi dei singoli partiti. In quello della Lega, ad esempio, si parla di “fare leva sui nuovi strumenti digitali e sulle nuove competenze, favorendo il ricambio generazionale della PA atteso da anni”. Ed ancora, “adottare reti di comunicazione a banda larga (broadband), ultralarga (ultra broadband)
o basate su reti satellitari”, con la concreta indicazione di uno switch off dal rame entro il 2030 a beneficio delle reti in fibra ottica.
Gli altri partiti del centrodestra
Non altrettanto esteso è lo spazio riservato al digitale nel programma di Fratelli d’Italia. In generale si parla di “maggiori investimenti in ricerca, digitalizzazione e trasferimento tecnologico”, oltre che di “potenziamento e sviluppo delle infrastrutture digitali ed estensione della banda ultralarga in tutta Italia”. Più diretti i rifermenti a “l’innovazione digitale per i beni culturali, così da renderli pienamente fruibili anche attraverso social e piattaforme multimediali” e alla “creazione di una grande piattaforma online quale vetrina dei prodotti Made in Italy certificati”. Resta soprattutto nell’ambito delle affermazioni di principio il programma di Forza Italia, come quando sottolinea la necessità del “potenziamento delle misure relative alla cybersecurity” e dell’introduzione di “incentivi alla creazione di start up tecnologiche”. Più specifico il riferimento alla “digitalizzazione progressiva di tutti gli archivi di Stato e degli Enti Pubblici Territoriali”.
Proposta Pd sui “verticali”
Nel programma del Pd, “Insieme per un’Italia democratica e progressista”, non mancano i riferimenti alla necessaria trasformazione digitale del Paese, tanto che il suo primo capitolo è intitolato proprio “Sviluppo sostenibile e transizioni ecologica e digitale”. Ma anche qui occorre distinguere fra le affermazioni di principio – banda ultralarga, servizi digitali della PA, sicurezza della Rete – e proposte più specifiche. Al riguardo, c’è la previsione di un fondo nazionale per il diritto alla connessione digitale con il quale “incentivare il passaggio delle famiglie a reti a banda ultralarga (coprendo costi fissi una tantum di migrazione/attivazione di nuova linea), finanziare il cablaggio verticale degli edifici in fibra ottica e la predisposizione di apparati per gli “edifici intelligenti” e l’Internet delle cose anche al fine di coadiuvare il risparmio energetico nelle abitazioni”.
Cinque Stelle e Azione-Italia Viva
“Dalla parte delle nuove tecnologie: per un Paese digitale e moderno”: è questo il titolo di un capitolo del programma dei Cinque Stelle. Una serie di dichiarazioni d’intenti senza però approfondimenti specifici, dalla “pubblica amministrazione in cloud” alla “stesura della carta dei diritti digitali”, dalla “banca dati digitale nazionale” al “piano industriale basato sulle tecnologie strategiche per il futuro”. Infine, la coalizione Azione-Italia Viva che dedica anch’essa un capitolo ad hoc sul digitale nel proprio programma elettorale. Fra i punti salienti, lo sviluppo di infrastrutture digitali di qualità, il sostegno alla nascita di aziende innovative e la transizione digitale delle imprese esistenti, le agevolazioni fiscali per i soggetti che investono nelle start-up.