Sanità digitale: come cambierà dopo l’emergenza Covid-19?

16 Aprile 2020 Ilaria Rebecchi


Un futuro digitale per il mondo dell’assistenza sanitaria, tra Telemedicina, regolamentazione, condivisione delle esperienze e Intelligenza Artificiale

Una volta passata l’emergenza Coronavirus, sarà necessario orientare il futuro nella direzione di un settore sanitario più declinato al digitale e con una regia unica e nazionale capace di costruire un sistema partecipativo, preventivo e personalizzato.
La Sanità italiana, infatti, sembra arrivata al bivio decisivo: da una parte quello che era, anzi è, ed è stata sino ad oggi, con i suoi limiti territoriali ed economici, e poche iniziative, spesso di singoli istituti, volte a contaminare un modello assistenziale più tradizionale con quello interattivo e digitale.
Dall’altra parte, invece, il futuro: la strategia digitale per la Sanità dopo il Coronavirus, secondo gli esperti, dovrà fondarsi su punti prestabiliti e su una compenetrazione di forze del Ministero della Salute e di quello per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione.

In primis sarà necessario partire dalla consapevolezza che, ad oggi, non sembrano così chiari i segnali di un netto cambiamento verso il digitale, seppur in stato di emergenza: molto spesso, infatti, permangono remore nella necessità di usare tecnologie digitali, ad esempio per tracciare gli spostamenti nell’ambito delle misure di contenimento. Inoltre, nell’ambito del Decreto Cura Italia non è stato disposto alcunché espressamente inerente all’ambito digitale come priorità.

Un’ipotesi di modello di Sanità digitale

Il modello assistenziale tradizionale è da tempo carente e lacunoso, tanto quanto sembra tortuosa la strada per la transizione ad un modello di Sanità digitale. Ad esempio, è necessario introdurre nuovi modelli di prevenzione data based, dalla cura fino al post-ricovero, con sistemi di prenotazione e pagamento online delle prestazioni sanitarie, aprire la strada verso la telemedicina e ampliare quella di app e dispositivi wearable nonché di soluzioni AI e machine learning. Si aggiunge, inoltre, una notevole disomogeneità geografica dell’innovazione.
Un modello tradizionale che ha da tempo evidenziato, soprattutto in stato di emergenza, i propri limiti: ma l’emergenza sta imponendo un debito sanitario che si accumula nei confronti delle patologie non urgenti, e senza le tecnologie digitali si fatica a gestire pazienti cronici e oncologici contattati con modalità tradizionali dai medici, sempre più oberati.

Regno Unito, Francia e Germania hanno già approvato una legislazione specifica in materia di sanità digitale, e lo stesso processo di deospedalizzazione in corso negli ultimi 20 anni potrà beneficiarne: la riduzione dell’accesso alle strutture ospedaliere, infatti, deriva dal costante monitoraggio dei parametri specialistici per i pazienti cronici, ad esempio, e per un differente modello di presa in carico – anche virtuale – per diverse patologie.

Altro esempio di strumenti da aggiornare è il Nuovo Sistema di Garanzia (NSG) per il monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza, che dovrà sostituire la Griglia LEA. In esso, gli indicatori individuati sono 88 (16 per la prevenzione collettiva e sanità pubblica; 33 per l’assistenza distrettuale; 24 per l’assistenza ospedaliera; 4 indicatori di contesto per la stima del bisogno sanitario; 1 indicatore di equità sociale; 10 indicatori per il monitoraggio e la valutazione dei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali – PDTA).

Nel 2019 l’OMS aveva editato nuove linee guida raccomandando l’uso della sanità digitale in diversi ambiti:

  • supporto al decision-making degli operatori sanitari;
  • per rafforzare i servizi di telemedicina e assicurare una diversa presa in carico mobile first dei pazienti target;
  • per garantire la tracciabilità digitale dello stato di salute e dei servizi al cliente (digital tracking);
  • per fluidificare le comunicazioni con i pazienti;
  • per promuovere la formazione mobile learning degli operatori sanitari

Cosa servirà, per gli esperti?

Prima di tutto un programma di transizione digitale con obiettivi, target e strategie compliant e il cittadino al centro. Poi una normativa per l’adozione di Telemedicina e Intelligenza Artificiale, con guida sui rischi della sua applicazione e opportunità/metodi. Infine, sarà utile un piano di diffusione e condivisione delle esperienze innovative su scala nazionale per la realizzazione di piani di riqualificazione sanitaria e un sistema di monitoraggio standard circa la digitalizzazione, con indicatori precisi.

 

Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.