Prima di tutto imparare a riconoscere le minacce da dispositivi e applicazioni Byod e IoT. In secondo luogo, serve un modello di security cloud-based capace di mitigare i rischi introdotti dalla forza lavoro da remoto in maniera efficace e conveniente. Infine, importante fare formazione tra i dipendenti, tra corsi di formazione di cybersecurity che tengano in considerazione le differenze tra utenti, i livelli di conoscenza e l’attitudine al rischio.
Cybersecurity: più smart working più rischi
Una ricerca dimostra i rischi del lavoro da remoto, tra reti domestiche aperte, password non impostate e dispositivi personali usati per scaricare dati e documenti importanti
Dispositivi personali per accedere a documenti ed email aziendali, password non impostate o cambiate con frequenza: la policy aziendale viene oggi messa a dura prova dal diffondersi dello smart working.
Secondo la ricerca “Head in the Clouds” di Trend Micro, infatti, che ha studiato le abitudini dei lavoratori da remoto, aumentati in mole a seguito del lockdown, il confine tra vita privata e lavorativa va ad attenuarsi, con forti conseguenze e rischi per la sicurezza informatica di dati che dovrebbero essere riservati.
Un dipendente italiano su tre, infatti, usa il proprio dispositivo per accedere a documenti aziendali, spesso via cloud: si tratta di dispositivi spesso meno sicuri di quelli corporate, soprattutto se abbinati ad una rete domestica.
Il 32% di questi lavoratori, inoltre (contro il 36% su scala mondiale) non usa una password per proteggere il proprio dispositivo.
Il 47% degli intervistati italiani (lavoratori smart) ha dispositivi IoT connessi alla rete di casa e il 7% lavora utilizzando prodotti di marchi poco conosciuti, strumenti con forti punti deboli e vulnerabilità che potrebbero facilitare i cybercriminali.
Per il 63%, poi, il laptop aziendale è connesso alla rete domestica, con il conseguente rischio di applicazioni non approvate, per accedere magari ai dispositivi IoT personali.
Prima di tutto imparare a riconoscere le minacce da dispositivi e applicazioni Byod e IoT. In secondo luogo, serve un modello di security cloud-based capace di mitigare i rischi introdotti dalla forza lavoro da remoto in maniera efficace e conveniente. Infine, importante fare formazione tra i dipendenti, tra corsi di formazione di cybersecurity che tengano in considerazione le differenze tra utenti, i livelli di conoscenza e l’attitudine al rischio.