FiberCop presenta il suo piano per la rete in fibra
In attesa di sviluppi sulla possibile alleanza/fusione con il rivale Open Fiber, Tim procede nel progetto per la banda ultralarga nei comuni più disagiati.
Quella della banda ultralarga e della relativa rete in fibra è una partita che in Italia si gioca ormai da molti anni, fin qui con risultati purtroppo deludenti nel paragone con altre realtà europee. Una situazione complessa che di recente ha offerto uno sviluppo importante relativo al progetto FiberCop, ovvero la newco composta da tre società – Tim, il fondo Kkr e Fastweb – che mira a realizzare, appunto, una rete per l’accesso alla fibra ottica, con l’obiettivo portare una connessione veloce nelle aree più svantaggiate del Paese superando così il problema del digital-divide.
Poche settimane fa è stato presentato ad AgCom, l’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, un documento nel quale viene illustrata la nuova architettura di rete FiberCop. Si tratta di un progetto aperto, concepito tecnologicamente per permettere a tutti i soggetti che sono interessati a partecipare di poter gestire la rete in fibra. Questo potrà significare il coinvolgimento diretto nella realizzazione stessa della rete, piuttosto che avere a disposizione facilmente tutti gli elementi necessari all’erogazione dei servizi di connettività.
Un documento importante, anche perché arriva nel bel mezzo della discussione su AccessCo, quest’ultima la newco a cui dovrebbe fare capo (il condizionale per ora è d’obbligo) una futura rete unica delle telecomunicazioni. Rete all’interno della quale confluirebbero anche gli asset di Open Fiber, fin qui rivale di Tim nella copertura con fibra sul territorio nazionale. E proprio la natura aperta dell’architettura presentata da FiberCop rappresenta ora un “segnale di pace” per procedere lungo un cammino condiviso.
Il piano FiberCop, come si legge nel documentato presentato da Tim, prevede la realizzazione di una nuova infrastruttura ad altissima capacità in fibra ottica destinata a 1.610 comuni. Un’architettura di rete con soluzioni FTTH (Fiber To The Home). Ed ancora, viene specificato che il target di copertura in ciascun comune sarà pari a circa il 75-80%, il che consentirà di raggiungere complessivamente 12,9 milioni di unità immobiliari sulle 16,5 milioni presenti nei 1.610 comuni. Un piano la cui completa realizzazione è prevista per il 2025.
Per quanto riguarda le principali caratteristiche del progetto FiberCop, è prevista la realizzazione di una rete ottica secondaria “punto-punto” che va dall’armadio ottico all’edificio con splitter concentrati a livello di armadio ottico. In questo modo ognuno dei verticali all’interno degli edifici è connesso a una singola fibra punto-punto che termina all’armadio ottico. Inoltre, nel progetto è indicata la realizzazione di un unico Pte (Punto di Terminazione di Edificio). Ogni PTE sarà raggiunto da un cavo di modularità adeguata (12/24/48 fibre ottiche) per assicurare la disponibilità di fibre in numero significativamente ridondante rispetto alle unità immobiliari presenti nell’edificio servito.
Nell’armadio ottico, come detto, saranno posizionati gli splitter ottici passivi. Il documento sottolinea come “la capacità dell’infrastruttura, in termini di splitter e fibre ottiche in secondaria, sarà adeguata a soddisfare tutte le prevedibili esigenze del mercato, anche in ottica prospettica”. Da notare come la natura aperta della rete FiberCop deriva anche da questa scelta di architettura. Infatti, la rete ottica secondaria punto-punto, dall’armadio all’edificio, rende assai più facile la migrazione degli utenti da un operatore all’altro rispetto ad un modello nel quale lo splitter è posizionato nell’edificio stesso.