Migliori tecnologie, poi, vanno a riflettersi sulle prestazioni e sulla velocità: le linee più tecnologicamente performanti superano oggi il 60% di quelle a banda larga e, analizzando gli stakeholder del settore connettività, maggiore operatore risulta Tim con oltre il 42%, a seguire Vodafone, Fastweb e Wind Tre.
Per la rete mobile, siamo in Italia ad oltre 103 milioni di SIM, con Tim leader di mercato e Iliad, new entry, che arriva al 5,6% del totale.
Internet stra-usato, con oltre 44 milioni di utenti medi giornalieri per un totale di 113 ore di navigazione media mensile a persona.
Sono dati che fanno riflettere, in particolare considerando le grandi problematiche relative alla connettività e dell’alfabetizzazione digitale del Paese recentemente emerse, proprio a seguito (e durante) del lockdown che ha costretto tutti a casa tra scuola e lavoro a distanza, spesso difficoltosi per alcuni.
Il Manifesto delle città europee: Internet per tutti
Su queste basi è nato un manifesto delle grandi città europee, firmato anche dal Comune di Milano con altri 14 centri urbani, per sottolineare come sia fondamentale il mondo digitale nell’ottica dell’uscita dall’attuale crisi.
La tecnologia può fare la differenza, ma solo se percepita come bene essenziale: per il comune di Milano è essenziale modificare lo status delle modalità di lavoro, sì, ma anche “offrire servizi ai cittadini accelerando sull’innovazione per consentire lo svolgimento di una nuova normalità. Da questo scambio costante di best practice siamo usciti sicuramente rafforzati e uniti nella convinzione che il digitale può davvero fare la differenza ma che, ovviamente, dev’essere supportato da politiche che integrino la tecnologia nella vita quotidiana di tutti, percependola finalmente come bene essenziale senza la quale molti dei nostri diritti e doveri di cittadini vengono meno“.
Il manifesto nasce dunque per sensibilizzare governi e opinione pubblica sulla necessità di considerare l’accesso alla tecnologia come universale, in un 2020 nel quale la gestione dei dati personali è ancora attraversata da luci e ombre e i diritti digitali non sono ancora totalmente chiari e garantiti.
Come sottolinea in una nota Roberta Cocco, Assessore alla Trasformazione digitale del Comune di Milano:
“La crisi del COVID-19 che ha colpito le nostre città ci sta dimostrando che una transizione digitale equa e veloce non solo è possibile, ma oggi è più necessaria che mai. Le tecnologie digitali sono state fondamentali per garantire la continuità dei servizi civici e per fornire una risposta umana e sociale alla pandemia. La crisi, però, ha anche messo in luce le forti disuguaglianze che caratterizzano l’accesso alle tecnologie digitali, e la protezione dei nostri dati e dei nostri diritti digitali.
Molti di noi hanno coordinato, in poche settimane dall’inizio dell’epidemia, l’approdo su larga scala dello smart working che ha garantito la continuità dei nostri servizi pubblici. Inoltre, le tecnologie digitali ci hanno anche permesso di fornire una risposta sempre più sociale e locale alla crisi: dalla stampa 3D dei dispositivi di protezione individuale nei laboratori municipali, alla fornitura di un’adeguata assistenza sanitaria per le persone in quarantena fino alla lotta contro la solitudine tra i nostri cittadini più anziani […] L’accesso ad una linea internet di qualità e all’alfabetizzazione digitale, o per contro la loro mancanza, stanno attenuando o agevolando le disuguaglianze esistenti. Il ruolo che la digitalizzazione gioca, nel nostro diritto all’istruzione, nell’accesso ai servizi sociali, alle opportunità di lavoro, alla formazione o perfino nella possibilità di stare con i nostri cari o di rimanere in contatto con loro quando sono isolati a casa, in ospedale o nel momento della loro morte, è più chiaro che mai”.