Il risultato è frutto dello studio condotto su un campione di 1.055 comuni, nei quali sono state selezionate una scuola primaria o secondaria di primo grado con meno di 125 e meno di 75 alunni, per un totale di 1032 plessi.
Hanno risposto 157 comuni, il 14,9%, e 219 scuole, 21,2% del campione su diversi temi, tra la raggiungibilità degli istituti e la qualità della connessione, dalle forme di sostegno economico alla cooperazione con le imprese locali.
Ne risulta che i docenti con una formazione Ict e quindi capaci di utilizzare un computer per insegnare sono una percentuale bassa ma che probabilmente potrà essere cresciuta nel periodo del lockdown, quindi per cause di forza maggiore data l’accelerata alla digitalizzazione su scala nazionale.
Nel dettaglio, solo tra il 40 ed il 60% del corpo docente si è detto pronto alla didattica a distanza, il 13,64% al Nord, il 12,64% al Sud e il 9,09% nelle scuole del centro ha dichiarato che oltre l’80% dei docenti era pronto all’insegnamento digitale.
E le connessioni?
Poche le realtà con fibra ottica o banda larga via wireless e difficoltà a connettersi via mobile, possibile solo nel 57,8% dei comuni dell’Italia centrale e nel 53,2% di quella meridionale, contro il 69,7% di quelli del Nord.
La scuola italiana nei piccoli comuni si affida alla linea telefonica per collegarsi: per il 62,5% degli istituti del Nord, il 66,7% di quelli del Sud e il 77,3% di quelle del centro, ma circa un terzo degli istituti dispone di una connessione wireless a banda larga.