Per la scuola dell’infanzia è opportuno sviluppare attività, per quanto possibile e in raccordo con le famiglie, costruite sul contatto “diretto” (se pure a distanza), tra docenti e bambini, anche solo mediante semplici messaggi vocali o video veicolati attraverso i docenti o i genitori rappresentanti di classe, ove non siano possibili altre modalità più efficaci.
A spiegare la manovra e le sue prospettive future è stato proprio il Ministro Lucia Azzolina sui social network: “Contiene anche una sezione specifica sui ragazzi con disabilità e con bisogni educativi speciali che, oggi più che mai, meritano particolare cura e attenzione“.
Tra i temi trattati nella nota del Minstero, focus sul significato di scuola digitale e didattica a distanza, sulla privacy, sula progettazione delle attività, sull’attenzione agli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali e sulla valutazione delle attività.
La didattica a distanza, in queste settimane, sta servendo a mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di appartenenza, combattendo il rischio di isolamento e di demotivazione. Dall’altro è essenziale per “non interrompere il percorso di apprendimento”.
Per la scuola secondaria di primo e di secondo grado, d’altra parte, in particolare negli istituti tecnici e professionali, caratterizzati da didattica declinata tipicamente nella duplice dimensione della teoria e della pratica laboratoriale, il docente progetterà unità di apprendimento che veicoleranno contenuti teorici propedeutici, per passare poi alle attività tecnico pratiche e laboratoriali di indirizzo.
Particolare spazio alla Regione Piemonte dove l’Assessore ai Servizi Digitali Andrea Marnati ha promesso che “a fine emergenza saranno collegate online tutte le scuole. La posa della banda ultra larga non è più prorogabile e i dati piemontesi sull’uso di Internet ufficializzano un’impennata dell’utilizzo della rete. Siamo quasi al limite del traffico e si rischia di arrivare al massimo disponibile”.