Scuola digitale: dall’analfabetismo informatico alla necessità di didattica online

30 Marzo 2020 Ilaria Rebecchi


Quando l’emergenza sanitaria modifica la società, le istituzioni e l’istruzione. La scuola del futuro? Sarà digitale, connessa e con personale formato sulle tecnologie

L’emergenza Covid-19 sta modificando anche il mondo dell’istruzione. A testimoniarlo sono le nuove modalità di didattica a distanza, che vanno a cercare di colmare il grave “analfabetismo informatico” delineato dagli esperti negli anni nel mondo della scuola, complice anche la carenza strutturale tra banda larga assente negli istituti e poca attenzione alla formazione in ambito digitale per gli insegnanti.

Per supportare le attività di didattica online di queste settimane, ad esempio, il Miur ha pubblicato le linee guida per il mondo dell’e-learning.
Si tratta di un provvedimento di 85 milioni di euro, volto ad incrementare le piattaforme informatiche che vengono (e verranno) utilizzate proprio per la scuola digitale. Una spesa corrispondente a circa 10 mila euro per scuola.
10 i milioni di euro stanziati per consentire alle scuole “di dotarsi immediatamente di piattaforme e di strumenti digitali utili per l’apprendimento a distanza” o potenziare “quelli già in dotazione”, 70 milioni di euro serviranno per mettere a disposizione degli studenti con minori possibilità e in comodato d’uso dispositivi digitali individuali per la fruizione delle piattaforme (tablet, computer) e la rete internet. Infine saranno 5 i milioni stanziati per formare il personale scolastico sulle metodologie e le tecniche per la didattica a distanza.

Per la scuola dell’infanzia è opportuno sviluppare attività, per quanto possibile e in raccordo con le famiglie, costruite sul contatto “diretto” (se pure a distanza), tra docenti e bambini, anche solo mediante semplici messaggi vocali o video veicolati attraverso i docenti o i genitori rappresentanti di classe, ove non siano possibili altre modalità più efficaci.

A spiegare la manovra e le sue prospettive future è stato proprio il Ministro Lucia Azzolina sui social network: “Contiene anche una sezione specifica sui ragazzi con disabilità e con bisogni educativi speciali che, oggi più che mai, meritano particolare cura e attenzione“.

Tra i temi trattati nella nota del Minstero, focus sul significato di scuola digitale e didattica a distanza, sulla privacy, sula progettazione delle attività, sull’attenzione agli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali e sulla valutazione delle attività.

La didattica a distanza, in queste settimane, sta servendo a mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di appartenenza, combattendo il rischio di isolamento e di demotivazione. Dall’altro è essenziale per “non interrompere il percorso di apprendimento”.
Per la scuola secondaria di primo e di secondo grado, d’altra parte, in particolare negli istituti tecnici e professionali, caratterizzati da didattica declinata tipicamente nella duplice dimensione della teoria e della pratica laboratoriale, il docente progetterà unità di apprendimento che veicoleranno contenuti teorici propedeutici, per passare poi alle attività tecnico pratiche e laboratoriali di indirizzo.

Particolare spazio alla Regione Piemonte dove l’Assessore ai Servizi Digitali Andrea Marnati ha promesso che “a fine emergenza saranno collegate online tutte le scuole. La posa della banda ultra larga non è più prorogabile e i dati piemontesi sull’uso di Internet ufficializzano un’impennata dell’utilizzo della rete. Siamo quasi al limite del traffico e si rischia di arrivare al massimo disponibile”.

Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.