A Roma parte il progetto “Tetti puliti”

23 Luglio 2015 Smart Building Italia


tetti_romaPresentata in primavera, è stata approvata ieri, 22 luglio, dal consiglio comunale di Roma la delibera definita “Tetti puliti“, un progetto promosso da CNA Roma, ANACI Roma (associazione degli amministratori di condominio) e l’azienda Fait, che prevede la rimozione di migliaia di antenne dai tetti di Roma con un sistema di incentivi a favore dei proprietari: un finanziamento a fondo perduto da 3 a 5 mila euro. La delibera prevede inoltre l’esenzione della tassa di occupazione suolo pubblico sui cantieri per la riqualificazione delle facciate dei palazzi e lo storno di una quota-parte dell’imposta (10%) dovuta al Comune per l’eventuale pubblicità installata sui ponteggi per essere destinata ai condòmini a cui sommare l’incentivo statale sulla manutenzione straordinaria del 55% con detrazione fiscale Irpef per 10 anni. CNA ha calcolato che nella Capitale, a fronte di 700 mila utenti di servizi di telecomunicazione attraverso il canale terrestre, sia presente su tetti e terrazzi la bellezza di 1,3 milioni di antenne, un eccesso di 600 mila unità evidentemente non utilizzate e mai rottamate. Per i proprietari che riqualificheranno le parti esterne degli edifici, integrando i lavori con l’installazione dell’antenna centralizzata e la rimozione di quelle preesistenti, da oggi e fino a dicembre 2017, gli incentivi “Tetti puliti” si aggiungeranno a quelli per la bonifica dell’amianto oppure per il  risparmio energetico. La misura approvata incentiva inoltre l’installazione di un’antenna centralizzata prevista da precedenti regolamenti comunali. Lo stanziamento iniziale è di un milione di euro. Si tratta di una somma “simbolica”, il finanziamento diventerà infatti rotativo dall’apertura dei primi 100 cantieri su scala cittadina e si autofinanzierà da quel momento in poi senza gravare sui contribuenti.
Ricordiamo inoltre che All Digital – Smart Building organizza un incontro, promosso da CNA, proprio sul progetto Tetti puliti, partendo dal presupposto che molta della fibra ottica posata risulta inutilizzata per l’assenza di impianti multiservizio (verticali) e da una norma di una decina d’anni fa sul decoro urbano, approvata dalla quasi totalità dei Comuni, ma mai applicata in concreto. L’esempio di Roma servirà ora come incentivo anche per altri Comuni italiani?