Banda larga: la fibra di Enel non arriverà più negli appartamenti

29 Luglio 2016 Smart Building Italia


banda larga

Giorni infuocati per le tlc in Italia. L’accordo tra la francese Vivendi e Mediaset stipulato in aprile sta diventando una querelle dai contorni giudiziari dopo l’improvviso dietrofront dei francesi. C’è un altro dietrofront da registrare e riguarda la banda larga. Come scrive Gildo Campesato sull’ultimo editoriale del Corriere delle Telecomunicazioni: «Il progetto industriale di Enel Open Fiber non conterà per il dispiegamento della rete sulle sinergie operative e finanziarie consentite dalla concomitanza con la posa dei contatori “intelligenti”di Enel nelle case degli italiani».

Morale: Enel non arriverà più con la fibra ottica negli appartamenti, ma si fermerà all’edificio (traducendo in sigla, non più FTTH bensì FTTB).

Il vantaggio competitivo per Enel era evidente: «Due piccioni (contatori e fibra) con una fava (un unico intervento a casa del tecnico). Una sinergia di costi di posa ed anche una facilitazione operativa che altri non potevano avere», scrive ancora Campesato. Enel ci ha rinunciato anche per non incappare nelle “attenzioni” dell’Authority. Nel frattempo, Enel ha messo a segno l’integrazione con Metroweb Italia e ha incrementato l’investimento a 3,7 miliardi per cablare 250 città, quei mercati cioè che promettono più redditività.

Telecom risponde alleandosi con Fastweb in base ad «un accordo in tre tappe – ha scritto La Repubblica – L’acquisto della fibra che Fastweb ha già posato, il rinnovo dei contratti da parte di Fastweb per l’utilizzo delle canaline di Telecom e la costituzione di una newco controllata all’80% da Telecom con una capacità di investimento di 1,2 miliardi di euro per cablare 29 città».

Dati questi presupposti, «Per l’Italia si sta disegnando uno scenario simile a quello di altri Paesi europei dove esistono almeno due reti a banda larga fissa in competizione: quella dell’operatore telefonico incumbent e quella degli operatori via cavo. Ed entrambi riescono a chiudere i bilanci in attivo. – scrive Campesato – Sarà così anche in Italia, in uno scenario in cui l’uso della TV via cavo è pressoché inesistente nelle abitudini del consumatore (aspetto che per molti osservatori è uno dei motivi del ritardo italiano nella posa della banda larga, ndr) mentre il “consumo” di internet è sotto la media europea? È la grande scommessa su cui puntano da un lato Enel/Metroweb e Telecom/Fastweb dall’altro. Conviene al Paese che abbiano ragione entrambi».