Che fine ha fatto il bando Infratel per le aree a fallimento di mercato?

14 Luglio 2016 Smart Building Italia


infratel

infratelIl bando che c’era e che non c’è più. È quello di Infratel Italia pubblicato a fine 2014 nell’ambito del Piano Nazionale Banda Larga dal valore di circa 2 milioni di euro per il finanziamento, attraverso il meccanismo dei voucher (300 euro una tantum), in favore degli abitanti delle zone a “fallimento di mercato“, escluse per adesso ed anche in un prossimo futuro dalla rete ADSL o in fibra.

Chiuso nel gennaio 2015 con l’identificazione degli operatori beneficiari del provvedimento (Open Sky, Noitel, Telespazio, Eutelsat, Intermatica, NGI, Poste mobile), il bando è stato oggetto di riunioni, di osservazioni, di proposte e controproposte lungo tutto il 2015 tra Infratel e gli operatori, finché è calato uno spesso e non meglio motivato silenzio che dura ormai dal dicembre scorso.

È uno stop anche misterioso considerata l’accelerazione che il Governo ha impresso con il Piano Nazionale per dare all’Italia una infrastruttura di rete di livello continentale. Il perdurante impasse preoccupa Anitec-Confindustria, ASAS, Confartigianato Impianti, CNA Installazione e Impianti e il Comitato Smart Building che, insieme, hanno ora indirizzato una lettera aperta al MISE nella persona del sottosegretario Antonello Giacomelli. «Lo stallo rischia di vanificare gli sforzi del MISE e di privare moltissimi cittadini dell’accesso paritario alla rete internet previsto dalle direttive europee. – è scritto nella lettera – Non meno grave è il danno arrecato agli operatori, alle aziende fornitrici e a migliaia di installatori professionisti privati così di un’importante occasione di lavoro».

I firmatari chiedono perciò un intervento diretto del Ministero e una sua mediazione per riattivare il confronto tra Infratel e gli operatori selezionati affinché venga superato il blocco che si è venuto a creare e si giunga infine alla stesura di una nuova convenzione, «nel rispetto delle linee di azione dell’Agenda Digitale e dell’integrità economica degli operatori».

L’individuazione di tecnologie alternative alla fibra in grado di assicurare immediatamente ed ovunque, a costi accettabili, performance qualitative previste dai bandi è del resto un auspicio di molti osservatori. Per esempio, di Gildo Campesato, direttore del Corriere delle Telecomunicazioni, che nel suo ultimo editoriale scrive: «Si pensi alle soluzioni di tipo wireless o a quelle satellitari. Avrebbero il vantaggio di assicurare tempi di realizzazione in linea con le scadenze temporali di Agenda 2020».