Per progettare lo Smart Building ci vuole la convergenza multidisciplinare

29 Ottobre 2014 Smart Building Italia


Jacopo Gaspari, ricercatore al Dipartimento di architettura dell’Università di Bologna (nella foto), va dritto al punto: lo Smart Building è il pilastro della smart city. Ovvero, l’elemento portante. Se perciò abbiamo l’interesse che le città siano intelligenti per migliorare la qualità delle nostre vite, non dobbiamo trascurare gli edifici, altrimenti l’intelligenza viene in parte dissipata. Gaspari, speaker al convegno “Progettare lo Smart Building”, ha presentato una relazione che si è addentrata nelle problematiche progettuali dello Smart Building. Sia chiaro fin da adesso che l’esercizio ha le sue complessità, trattandosi di un processo di integrazione tra tecnologie, dispositivi, sensori che investe la struttura concettuale e fisica dell’edificio. «Il progetto di uno Smart Building dev’essere attentamente pianificato – avverte Gaspari – e non progredire per fasi successive». Concepito in funzione della riqualificazione delle città in chiave di efficienza, risparmio e connessione alla rete, lo Smart Building è quindi strategico, ragion per cui necessita di un approccio di convergenza multidisciplinare che tenga conto non solo dell’architettura dell’edificio, ma anche e contestualmente dell’architettura del sistema. Nonché di politiche e norme a sostegno di questa innovazione.

Contestualmente all’intervento di Jacopo Gaspari, Daniele Tarchi del Dipartimento di ingegneria dell’energia elettrica e dell’informazione, Università di Bologna, ha compiuto una ricognizione esaustiva delle tecnologie wireless disponibili oggi per la casa intelligente. Un’utile guida per capire quali sono le soluzioni di connessione più adeguate in relazione al progetto di Smart Building che si intende avviare.