Le previsioni per le innovazioni digitali nel 2016

30 Dicembre 2015 Smart Building Italia


Con l’approssimarsi della fine del 2015, oltre ai bilanci, ci si dedica alle previsioni, ai pronostici, alle predizioni. In termini di innovazioni digitali in questi giorni più di qualcuno si è dedicato a elencare future meraviglie.

Riccardo Luna, digital champion per l’Italia, ha raccolto sulle pagine de La Repubblica di domenica 27 dicembre 16 casi che cambieranno (almeno un po’) il mondo. Tra questi, per quanto riguarda lo smart building e dintorni, c’è la nascita della prima internet city al mondo. Nascerà in Cina, poco lontano da Pechino. «Annunciata poco prima di Natale – scrive Luna – sorgerà nel 2020 (guarda caso, l’anno coincidente con l’obiettivo della strategia europea di sviluppo tecnologico Horizon 2020). Sarà la prima città dove testare la tecnologia 5G e le applicazioni dell’Internet of Things… dalla realtà aumentata ai droni, dai big data alle auto che si guidano da sole».

L’Internet delle Cose torna anche nel Corriere Economia di lunedì 21 dicembre, indicato nell’articolo di Umberto Torelli tra le tendenze più importanti per il 2016. Torelli cita l’autorevole Vinton Cerf, vicepresidente di Google, intervenuto a Milano al recente IEEE World Forum indicando nell’IoT la “prossima grande onda tecnologica”. Tre le aree di sviluppo per i big: smart car, smart home e smart city. In attesa degli sviluppi, ecco un dato: nel 2016 gli oggetti connessi nel mondo saranno 22,9 miliardi, il doppio del 2014. Lo ha detto una ricerca Deloitte, secondo la quale sarà proprio la casa intelligente a far da traino al mercato smart (con il 27% della spesa totale). «In ogni aspetto della vita quotidiana – scrive Torelli – la promessa dell’IoT è più sicurezza, risparmio energetico e servizi in tempo reale».

Anche la multinazionale delle tlc Ericsson si è cimentata, come da qualche anno a questa parte, nell’esercizio di predire il futuro. Un futuro senz’altro affascinante non fosse altro per l’originalità e la profondità dello sguardo che lo fa sembrare remoto più che prossimo. In effetti, nella presentazione è specificato che «alcune tendenze possono risultare futuristiche, ma il mercato di massa è veloce quanto mai prima». Il documento di Ericsson intitolato “Hot Consumer Trends 2016” (scaricalo qui, è in inglese) prende quindi in esame 10 tendenze che stanno progressivamente affiorando, spinte dall’incessante rivoluzione digitale e che a loro volta influenzano la stessa rivoluzione. Quasi tutte riguardano l’uso di internet. Si va dal “giornalismo di cittadinanza”, per cui le persone si scambiano informazioni molto più spesso e velocemente, al “pendolarismo smart”; dalla moltiplicazione delle forme di “economia dello scambio” alle forme di intelligenza artificiale che permetteranno l’interazione con gli oggetti senza l’ausilio dello schermo di uno smartphone; dalla pirateria cyber sempre più invasiva agli “Internables“, sensori da applicare sottopelle per monitorare costantemente il benessere fisico. E lo smart building? Tranquilli, c’è anche una previsione per l’edificio in rete. Scrive il rapporto di Ericsson: «I mattoni possono diventare le nuove “pietre” di internet». E cioè, cavalcando la diffusione delle applicazioni IoT, si potrebbero integrare sensori digitali all’interno delle costruzioni, nei mattoni o nella malta, connettendo la casa. «Questo significa – scrive ancora Ericsson – che il concetto di casa viene riformulato radicalmente: internet diventa una commodity come lo sono i tubi dell’acqua o i cavi elettrici con il risultato che le imprese edili costruiranno anche l’infrastruttura per collegarsi a internet. Oltre il 55% dei possessori di smartphone pensano che questo potrà accadere entro cinque anni.