L’edificio ricarica l’auto elettrica
L’edificio è destinato a diventare sempre di più “erogatore di servizi” attivo. Del resto, i legislatori nazionali ed europei stanno spingendo con lungimiranza verso questa prospettiva. L’articolo 135 bis del Testo Unico dell’Edilizia, che obbliga la predisposizione alla rete gli edifici di nuova costruzione e di quelli ristrutturati, è forse l’esempio più evidente. Ma anche la direttiva europea 2014/94/UE, Directive alternative fuel initiative (DAFI) è orientata in tal senso, cioè: dal 2019 ogni nuova casa costruita o ristrutturata in Europa dovrà essere equipaggiata di almeno un punto per la ricarica dell’auto elettrica, misura dell’Unione europea che punta a incoraggiare la diffusione dei veicoli non inquinanti e ridurre la dipendenza dal petrolio e attenuare l’impatto ambientale nel settore dei trasporti.
«Anche in Italia le nuove costruzioni o recentemente ristrutturate, saranno dotate di infrastrutture per ricaricare i veicoli elettrici nel posto auto di casa, o nel box privato», scrive Elettrico Magazine. È stato infatti pubblicato il mese scorso in Gazzetta Ufficiale il Dlgs 257/2016 attraverso cui sono stabiliti i requisiti minimi per la costruzione di infrastrutture per i combustibili alternativi, inclusi i punti di ricarica per l’auto elettrica. In anticipo rispetto al dettato della Direttiva europea.
Modificando infatti il Testo Unico dell’Edilizia (DPR 380/2001), il legislatore ha stabilito che «entro il 31 dicembre 2017 i Comuni devono adeguare il regolamento edilizio – spiega Elettrico Magazine – la licenza edilizia è vincolata alla predisposizione per installare colonnine di ricarica per l’auto elettrica.
Gli immobili soggetti all’obbligo di predisposizione dell’installazione di colonnine di ricarica auto elettriche sono:
• edifici non residenziali di nuova costruzione di superficie superiore a 500 mq;
• edifici residenziali di nuova costruzione con almeno 10 unità abitative;
• edifici già esistenti sottoposti a ristrutturazione edilizia di primo livello (intervento che coinvolge almeno il 50 per cento della superficie lorda e l’impianto termico)».
La rivoluzione della mobilità elettrica si sposa quindi alla rivoluzione digitale, mettendo al centro l’edificio.