Ma la fibra di Enel sarà FTTH oppure FTTB?
Con occhio esperto ed attento, Claudio Pavan, presidente di Confartigianato antennisti elettronici, presenza fissa nelle tappe dello Smart Building Roadshow, l’ultima delle quali si terrà a Milano giovedì 31 marzo, legge nelle dichiarazioni fatte dall’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, in merito a Enel Open Fiber e al progetto di posa della fibra ottica, una grande opportunità di lavoro per la categoria artigianale degli installatori. È tutta una non trascurabile questione di sigle, e cioè: la modalità utilizzata sarà effettivamente FTTH (fiber-to-the-home) oppure si tratterà di FTTB (fiber-to-the-building)? Il nostro colloquio con Pavan.
Caro presidente, abbiamo letto tutti delle nuove strategie di Enel in materia di cablatura in fibra ottica: 224 città per un investimento di 2,5 miliardi di euro.
«Si tratta di un nuovo operatore che entra in campo in un mercato che evidentemente è diventato molto appetibile, oltretutto con una società costituita ad hoc come Enel Open Fiber. È un dato sicuramente interessante, anche se si conferma la linea per cui tutti i grandi operatori sembrano interessati prevalentemente alle aree ad alto rendimento economico».
Come si incrocia questo dinamismo di operatori come Enel con la spinta verso il cosiddetto “impianto multiservizio” di cui si sente sempre più parlare e a cui è particolarmente interessato il mondo artigiano?
«In realtà c’è un aspetto nelle dichiarazioni di ieri che meriterebbe approfondimenti. Si è scritto che Enel opererà in modalità FTTH, quindi portando la fibra fino all’abitazione, ma al contempo si è anche affermato che Enel si fermerà al contatore elettrico. È evidente quindi che solo se il contatore elettrico sarà interno all’appartamento si potrà parlare di vero FTTH. Ma tutti noi sappiamo benissimo che nella stragrande maggioranza del patrimonio immobiliare italiano il contatore elettrico non è all’interno dell’appartamento, ma, tipicamente in un locale tecnico alla base dell’edificio, ovvero, com’è logico, nelle parti comuni più vicine alla strada. Se la fibra di Enel Open Fiber si fermerà lì, come sembra di capire, avremo prevalentemente impianti FTTB, per l’interno dell’edificio potremo pensarci noi artigiani».
E questo cosa può cambiare nello scenario operativo futuro?
«Cambia molto. Perché se Enel si fermerà all’FTTB si apre una concreta possibilità di collaborazione con il mondo delle imprese artigiane per realizzare l’ultima tratta dall’androne all’appartamento, ovvero gli impianti multiservizio, che sicuramente sono più performanti della singola fibra e costituiscono uno stimolo forte al consumo di nuove attrezzature e servizi digitali, quindi una spinta concreta alla ripresa economica».
Sarà competizione o collaborazione?
«Io sono ottimista e ritengo che ci sia spazio per tutti. Con un po’ di intelligenza questa può essere una partita senza perdenti, con soli vincitori uniti dall’obiettivo comune di modernizzare in modo determinante il Paese per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda digitale italiana ed europea».