Nuove prospettive per favorire il cablaggio residenziale

25 Agosto 2015 Smart Building Italia


cardani_agcomNella relazione annuale dell’Agcom presentata il mese scorso al Parlamento dal presidente Angelo Maria Cardani (nella foto) si continua a leggere del ritardo italiano nelle connessioni internet superiori a 30 mega: «L’Italia registra un livello di copertura del 36% contro il 68% dell’UE-28 e di conseguenza un digital divide doppio rispetto a quello europeo e con situazioni regionali che arrivano al 100% (ovvero totale assenza di reti a banda ultralarga)». Per colmare il gap i principali provider ricorrono alla posa della fibra ottica. «Gli investitori (Telecom Italia, Fastweb e Vodafone) – si legge nella relazione – si muovono verso soluzioni di posa della fibra fino all’armadio di strada (FTTC), limitando per ora gli investimenti in cablaggio fino a casa dell’utente (FTTH). Su questa scelta pesa innanzitutto, come spesso detto, la mancanza di pressione concorrenziale da parte di soggetti alternativi (come cavo TV o soluzioni wireless diffuse). Attualmente 185 Comuni risultano coperti con reti FTTC, per effetto degli investimenti privati e in parte con il co-finanziamento pubblico del Piano strategico per la banda larga 2012-2014». Ora però la prospettiva (e la convenienza dell’investimento) tra FTTC e FTTH può cambiare: l’arrivo sul mercato italiano di Netflix, la piattaforma di streaming on demand (nel mese di ottobre, “trasportata” anche attraverso la fibra ottica di Telecom Italia), così come anche l’entrata in vigore della Legge 164/2014 costituiscono due novità che costruttori e provider non potranno facilmente ignorare. All Digital – Smart Building sarà perciò l’occasione per verificare anche se le due innovazioni potranno dare una spinta decisiva alla nascente cultura del cablaggio residenziale.

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