Più italiani in internet, grazie al mobile (ma un terzo resta ancora offline)

21 Dicembre 2015 Smart Building Italia


Tempo di auguri, ma anche di bilanci, di classifiche, di dati. Ecco il rapporto dell’Istat Cittadini, imprese e ICT che prende in considerazione l’uso della rete e dell’ICT dei cittadini e delle imprese italiane nel 2015. Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto, dipende dai punti di vista. Siamo stati il Paese in tutta Europa in cui è maggiormente cresciuto il numero di famiglie che si connettono a internet attraverso connessioni a banda larga, d’altro canto l’Italia è tra gli ultimi sei paesi nella graduatoria sulla diffusione della stessa banda larga con un valore pari al 74%.

Dunque, il trend di crescita cominciato nel 2010 si è consolidato quest’anno con un altro +2,2%, con il risultato che la quota di famiglie che dispone di un accesso a internet da casa è salita da 52,4 % a 66,2%. Ed ancora: il 60,2% delle persone di 6 anni e più (circa 34,5 milioni di persone) si è connesso alla rete negli ultimi 12 mesi (contro il 57,5% del 2014). Il contributo maggiore alla performance è stato conseguito grazie alle tecnologie mobili: crescono le famiglie con solo banda larga mobile (da 6,6% a 18,6%) o che dispongono di entrambe le modalità di accesso (da 1,4% a 11,5%).

Al di là dei problemi di diffusione della connessione, permangono grossi problemi di alfabetizzazione digitale: ben oltre la maggioranza delle famiglie (56,3%) che non navigano in internet da casa confessa che il principale motivo del non utilizzo della rete è la scarsa conoscenza dello strumento, mentre un quarto (24,5%) non considera internet come strumento utile e interessante. È invece quasi irrilevante il motivo della mancanza di disponibilità di una connessione a banda larga (1,7%), nonostante il permanere di ampie aree in digital divide.

L’Istat fa inoltre notare che l’anagrafe è determinante: “È ancora l’età il principale fattore discriminante nell’uso di Internet: sono i giovani ad utilizzare di più il web (oltre 91% tra i 15-24enni)”. Essendo l’Italia il Paese più “vecchio” d’Europa, con il 20% della popolazione che supera i 65 anni, è facile comprendere quindi il nostro ritardo.

A questo punto occorre citare anche i dati resi noti da Eurostat (l’istituto di statistica europeo), secondo il quale il 4% degli italiani si è connesso al web per la prima volta nel 2015. Riccardo Luna, digital champion italiano, sulle pagine de La Repubblica tende a smorzare eventuali entusiasmi e scrive: «L’impressione è che questa impennata di nuovi utenti si debba a qualcosa di molto meno poetico: la fatturazione elettronica obbligatoria». Ovvero, un nuovo rapporto di natura digitale con la pubblica amministrazione.

Meglio, stando ai dati Istat, le imprese: nel 2015 il 94,4% di quelle con almeno 10 addetti ha utilizza connessioni in banda larga fissa o mobile (91,8% fissa, 63,3% mobile). Ma solo il 70,7% di queste ha un proprio sito web, e solo poco più di un terzo lo usa per dare servizi sofisticati come la tracciabilità delle ordinazioni online o la personalizzazione di contenuti e prodotti. Infine, il commercio online: le aziende che hanno usato internet come strumento di vendita sono cresciute dal 6,3% del 2014 al 7,9% con un fatturato che arriva al 9,2% di quello totale (7,1% nel 2014).