Smart building è (anche) una rivoluzione sociale
Un articolo che val proprio la pena di leggere. Anzi, è un’intervista a Fabio Bruschi, direttore generale per l’Italia di Honeywell Building Solutions. La pubblica il giornale online Elettrico Magazine. Val la pena perché, al di là delle informazioni sull’attività e i progetti di Honeywell, si addentra nella realtà dell’edificio e della città intelligente e sulle ricadute anche sociali e politiche di cui questa rivoluzione tecnologica è potenzialmente portatrice. Val la pena, infine, perché «si stima che il mercato del “Facility Management” (la disciplina di gestione degli edifici e dei loro impianti) – scrive Elettrico Magazine – potrà superare i 945 miliardi di dollari entro il 2025, con una crescita sempre più rapida».
«Gli edifici intelligenti – spiega Bruschi all’intervistatore Maurizio Gambini – sono la naturale evoluzione tecnologica di quelli tradizionali, dove il progresso digitale ha permesso l’adozione di sistemi di rilevazione dati, di elaborazione degli stessi in informazioni e di “decision making”. L’evoluzione consente di valorizzare l’edificio, trasformandolo da centro di costo in fonte di profitto, sia economico, per la proprietà, sia esperienziale, per coloro che lo occupano a vario titolo, grazie proprio ai sistemi che consentono a chi gestisce l’edificio di prendere le decisioni più opportune in funzione di quello che avviene all’interno della struttura». Ovvero: un edificio smart, intelligente, valuta i fatti e prende decisioni basati su di essi.
Per il manager della Honeywell il mercato delle costruzioni si sta indirizzando verso questa direzione sia nel caso di edifici nuovi sia di ristrutturazioni di maggiore rilevanza, «che costituiscono la maggior parte degli attuali interventi nel mercato immobiliare». Specie dove si concentra la Human Experience, come palazzi/uffici, centri commerciali, stazioni e aeroporti, gli edifici sono realizzati basandosi su criteri di smart building.
Lo smart building è poi in grado di estendere il concetto di Human Experience in quello più ampio della Citizen Experience. «La Smart City – spiega infatti Bruschi – è un insieme di Smart Building. La consapevolezza culturale di dover realizzare e migliorare gli edifici in quest’ottica è alla base delle città intelligenti. Tuttavia, può non bastare. Per traghettare le città odierne verso la “Citizen Experience”, minimizzando consumi e sprechi, occorre idealmente una convergenza contemporanea di intenti fra cittadini e dirigenti politici. La pianificazione dei servizi alla comunità può partire dai principi ispiratori degli smart building e portare a livello urbano i concetti di sicurezza integrata, di risparmio energetico, di mobilità, di accesso alle informazioni sempre ed ovunque».